Francesco Petrarca (Arezzo 1304 - Arquà 1374) è un intellettuale di tipo nuovo che – in Italia come in Europa – porta innovazioni di grande significato nella professione letteraria, in particolare per quanto riguarda il rapporto del poeta con il suo pubblico. Mentre la poesia del Duecento era strettamente legata a una specifica referenza sociale, quella di Petrarca sembra non volersi rapportare a nessun referente determinato. Petrarca scrive poesie dirette a un uditorio privo di caratterizzazioni sociali o culturali o ideologiche: non è una cerchia aristocratica né un pubblico borghese; l’unico requisito che il testo sembra richiedere al proprio lettore è quello di ascoltare. E’ forse la prima volta nell’epoca moderna che la poesia lirica si rivolge a un pubblico non preselezionato, tendenzialmente universale. A questo pubblico Petrarca propone la sua personale storia d’amore: al dire d’Amore, che richiede un pubblico colto e raffinato, Petrarca sostituisce il confessare l’amore sollecitando la simpatia, la comprensione, oggi diremmo l’identificazione da parte dei suoi lettori. Anche i classici vengono letti con finalità nuove e diverse. Gli antichi e i grandi scrittori cristiani – in particolare sant’Agostino, per la sua straordinaria capacità di esplorare i conflitti dell’anima – non sono monumenti del passato ma maestri di vita per il presente, non parlano solo all’intelletto e alla ragione ma anche al cuore e alle emozioni; non sono modelli astratti ma uomini con i loro limiti e i loro difetti, con cui entrare in dialogo, per imparare a conoscere se stessi e a interpretare la realtà .
Petrarca ha scritto opere in latino (in versi e in prosa) e in volgare.
Le opere latine in versi. Petrarca si aspettava di ricevere onori e fama dalle opere latine in versi (Bucolicum carmen, Epistolae metricae) e in particolare dall’Africa il poema scritto prendendo a modello l’Eneide di Virgilio.
Le opere latine in prosa. Le opere latine in prosa hanno in comune due temi fondamentali: l’analisi interiore e la riflessione su di sé, a cui si accompagna la ricerca di un ideale di vita nobile e duraturo, capace di conciliare gli ideali del mondo classico con i valori della cristianità (De viris illustribus; Rerum memorandarum libri; Secretum; De vita solitaria; De otio religioso; De remediis utriusque fortunae; Psalmi penitentiales; Epistolario; Invectiva contra quendam magni status hominem sed nullius scientie aut virtutis; De suis ipsius et multorum ignorantia; Invectiva contra eum qui maledixit Italie.
Le opere in volgare. Petrarca scrisse due sole opere in volgare, i Trionfi e il Canzoniere, a cui deve la sua fama.
[Tratto con adattamenti da: Marco Santagata, Dal sonetto al Canzoniere, Liviana, Padova, 1979]