Il titolo esatto è Secretum meum, accompagnato in alcuni codici dalla didascalia De secreto conflictu curarum mearum (Il segreto conflitto delle mie passioni) che ne chiarisce il significato; la prima edizione a stampa, pubblicata a Strasburgo nel 1473, era intitolata Il disprezzo del mondo. E’ un’opera rimasta sconosciuta fino al 1378-79, quando Tedaldo della Casa, frate francescano amico di Petrarca e Boccaccio, la ricopiò da un autografo andato perduto per conto del Circolo umanistico fiorentino. Si tratta di un dialogo fra Petrarca e Sant’Agostino, a cui assiste – muta – una bellissima donna che rappresenta la Verità . Durante il colloquio – che dura tre giorni ed è articolato in tre libri – il poeta confessa in modo estremamente diretto e a volte spietato la guerra perenne dei suoi affetti senza giungere però alla soluzione definitiva del suo dissidio interiore.
È un’analisi psicologica molto acuta, un esame di coscienza senza riserve che più di ogni altra opera mette in luce la crisi spirituale di Petrarca negli anni che vanno dal 1342-1343, segnati da avvenimenti di grande importanza come la conversione del fratello Gherardo e la nascita di una figlia illegittima.