"Secretum meum": i tre libri

Il Secretum si articola in tre libri, che corrispondono ai tre giorni in cui si svolge il dialogo fra Petrarca e Sant’Agostino.

 

Nel primo libro Agostino individua subito la causa – comune a tutti gli uomini - dell’infelicità di Francesco: un eccessivo attaccamento ai beni terreni. Solo la continua meditazione sulla vanità delle cose materiali può portare al giusto distacco e dare inizio al cammino verso la felicità. Ma è proprio il compiacimento della propria infelicità e la volontà debole –sottolinea Agostino - che impedisce a Francesco di realizzare i buoni propositi e di cambiare vita: Ti sono buon testimonio di molte lacrime, ma di volontà per nulla.

 

Nel secondo libro Agostino esamina i sette peccati capitali e si sofferma su quello che più di ogni altro affligge Francesco, l’accidia: la causa di tutti i tuoi mali è un’impressione sbagliata che già prostrò e prostrerà infiniti altri. Nella cultura classica, l’accidia indica la malinconia, la tristezza, si accompagna spesso all’amore e determina lo stato emotivo che da’ origine alla poesia; nella cultura medievale chi è in preda all’accidia è tormentato dall’inquietudine, si sente incapace di raggiungere il bene, non sa dare ordine alla propria vita. Per vincere l’accidia occorre imitare i saggi, che accettano la precarietà della vita, comune a tutti gli uomini e cercano in sé la libertà, la ricchezza, la pace.

 

Nel terzo libro il Santo dà un nome alle due catene dure come il diamante che imprigionano Francesco: l’amore per Laura e il desiderio di gloria. Ma il poeta le difende: Quando mai ho meritato che tu mi voglia strappare i due più luminosi sentimenti e condannare a perpetue tenebre la più serena parte dell’anima mia? Agostino lo incalza e gli dimostra che l’amore per Laura non è stato spirituale ma puramente fisico e per quindi lo ha allontanato da Dio: Bisogna amare tutto il creato per amore del Creatore; e tu, invece, preso dalle attrattive d’una creatura… lo hai amato come artefice di lei, quasi non avesse creato nulla di più bello, mentre la venustà corporea è l’ultima delle bellezze.


Francesco dà ragione al santo ma neppure questa volta prende la decisione di rinunciare alle sue passioni e di cambiare vita. Fa solo questa promessa: Sarò presente a me stesso quanto potrò, raccoglierò gli sparsi frammenti della mia anima e diligentemente vigilerò su di me.

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