È uno scritto di carattere polemico che prende a modello le orazioni di Cicerone. Petrarca lo compone nel 1376 e lo pubblica nel 1371, indirizzandolo ad alcuni giovani filosofi veneziani da cui era stato definito ignorante.
Nella prima parte, ai veneziani seguaci di Aristotele il poeta risponde che era il grande filosofo a ignorare molte cose e che molte delle sue idee erano sbagliate. Nella seconda parte, espone le proprie convinzioni: dice di preferire ad Aristotele uomini di pensiero come Cicerone e Platone ad Aristotele, perché, afferma, ciò che conta veramente è conoscere se stessi e meditare sul senso della vita e della morte.