Cronologia

Nasce a Recanati

1798

29 giugno 1798 – Giacomo Leopardi nasce a Recanati, un piccolo paese delle Marche nello Stato Pontificio, da Adelaide dei marchesi Antici e dal conte Monaldo, un nobile di idee reazionarie, appassionato degli studi letterari: scrive poesie, commedie, tragedie, arricchisce la biblioteca di casa e fonda l'Accademia dei Deseguali; dal 1832 al 1835 dirigerà La voce della Ragione, un giornale che intendeva opporsi a L'Antologia, il periodico di informazione letteraria e politica fondato a Firenze da Giovan Pietro Vieusseux.

Giacomo avrà come primo insegnante il padre e due istitutori.

Lo studio "matto e disperatissimo"

1812

A soli 14 anni traduce Orazio e scrive versi. Non ha più bisogno degli istitutori e continua a studiare da solo utilizzando i libri della biblioteca del padre, composta da 16.000 volumi. Impara le lingue antiche (il greco, il latino, l'ebraico) e moderne (il francese, l'inglese, lo spagnolo), fa traduzioni e scrive saggi eruditi. Sono anni di “studio matto e disperatissimo” – dichiara nello Zibaldone – che compromettono la sua salute. Acquista una cultura straordinaria ma arretrata, nutrita di idee reazionarie: nei suoi scritti del tempo il giovane Leopardi si dichiara contrario all'unità d'Italia in favore di una divisione della penisola in piccoli stati governati dall'Austria.

Si ammala gravemente

1816

Viene colpito dalla tubercolosi ossea, che gli causa la deviazione della spina dorsale procurandogli anche altri problemi fisici. Leopardi però attribuì questa malattia all'eccessivo studio che lo aveva costretto a posizioni scomode e all'immobilità.

L’anno del cambiamento

1817

È l'anno di svolta nella vita di Leopardi. Pubblica la traduzione del secondo libro dell'Eneide di Virgilio e questo gli permette di entrare in contatto con i più importanti letterati del tempo, da cui riceve grandi elogi: Angelo Mai, Vincenzo Monti e Pietro Giordani, che, con Acerbi e Monti, dirige il periodico letterario la Biblioteca italiana, sulle cui pagine avrà inizio il dibattito fra Classicisti e Romantici. Leopardi si apre a una cultura e a una vita diverse: legge Alfieri, Parini, Foscolo, I dolori del giovane Werther di Goethe, le opere di Byron e Chateaubriand, la filosofia di Schopenhauer; avvia anche una fitta corrispondenza con Pietro Giordani, che lo apre alle idee progressiste contrarie alla Restaurazione e al potere del clero. S'innamora della cugina Geltrude Cassi, moglie del conte Lazzeri, in visita a casa Leopardi; a lei dedica la poesia Il primo amore. Inizia a scrivere lo Zibaldone dei pensieri.

Il pessimismo storico

1818

Sviluppa la riflessione filosofica che i critici hanno definito pessimismo storico.L'infelicità di cui soffrono gli uomini moderni ha origini storiche, è dovuta all'allontanamento dallo stato primitivo, originario, in cui si viveva in modo semplice e naturale; quindi la felicità perduta può essere almeno in parte recuperata attraverso l'impegno e l'eroismo. Sono i temi che si ritrovano nelle canzoni civili All'Italia, Sopra il monumento di Dante e nel Discorso di un italiano intorno alla poesia romantica, scritto in difesa della poesia classica, la sola capace di suscitare immaginazione e piacere.

Riflette sulla condizione umana

1819

A causa di una malattia agli occhi non può leggere e questo accentua il suo disagio per l'ambiente in cui vive e che ormai non gli corrisponde più. All'insaputa di tutti, tenta di procurarsi un passaporto per fuggire da Recanati ma il padre lo scopre ed è costretto a rimanere. In una lettera all’amico Pietro Giordani Leopardi sfoga la sua disperazione. In questo periodo scrive L'Infinito e Alla luna. Inizia anche una profonda riflessione sulla condizione umana, contrassegnata dalla scoperta che le speranze dell'età giovanile (il bello) sono pura illusione perché la vita adulta riserva solo noia e dolore (il vero).

Va a Roma

1822

Il padre gli permette di vivere fuori da Recanati e Giacomo si trasferisce a Roma, presso lo zio Carlo Antici, sperando di trovare un impiego. Il soggiorno lo delude: Roma è arretrata e bigotta come Recanati; così fa ritorno a casa.

Il pessimismo cosmico

1823

In questo periodo abbandona definitivamente il cattolicesimo e si avvicina all'illuminismo e al materialismo. Il fallimento dei moti liberali del 1821 ha messo in dubbio la sua speranza nella possibilità di recuperare una qualche antica felicità attraverso l'impegno civile. È il periodo del pessimismo cosmico. La drammatica riflessione sul destino degli uomini corrisponde anche all'abbandono della poesia in favore della prosa: Leopardi inizia a scrivere le Operette morali.

Soggiorna a Bologna, Firenze e Pisa

1825

Inizia una collaborazione con l'editore Stella, lascia di nuovo Recanati e si trasferisce a Milano. A causa del clima che danneggia la sua salute, deve trasferirsi prima a Bologna e poi a Firenze dove incontra Alessandro Manzoni e scrive altre Operette morali; qui Pietro Giordani lo mette in contatto con Vieusseux e Capponi, appartenenti al gruppo dell'Antologia, e con alcuni letterati napoletani fuoriusciti, fra cui Antonio Ranieri. Si trasferisce poi a Pisa, dove compone Il Risorgimento e A Silvia.

Deve tornare a Recanati

1828

Lo stipendio che riceve dall'editore Stella è scarso e Leopardi deve integrarlo dando lezioni private. Cerca di ottenere una cattedra di eloquenza greca e latina alla Sapienza di Roma o l’impiego come segretario presso l'Accademia delle Belle Arti di Bologna, ma il governo pontificio si oppone a causa delle sue amicizie ritenute sovversive. Gli viene proposto un incarico di letteratura italiana a Berlino o a Bonn ma è costretto a rinunciare per motivi di salute. Così deve tornare di nuovo a Recanati, dove per sedici mesi vive isolato da tutti, in preda alla più nera disperazione. In questo periodo scrive Le ricordanze, Il sabato del villaggio, La quiete dopo la tempesta, Il passero solitario, Il canto di un pastore notturno errante dell'Asia.

Amicizia e amore

1830

Per permettergli di lasciare Recanati, alcuni amici fiorentini mettono uno stipendio mensile a disposizione di Leopardi, che può così trasferirsi a Firenze, dove pubblica i Canti. S’innamora della nobildonna Fanny Targioni Tozzetti che però non lo ricambia: la delusione gli ispira le poesie del ciclo di Aspasia.

A Napoli con Ranieri

1833

Accetta l'invito dell'amico Antonio Ranieri e si trasferisce a Napoli dove vive isolato, scrivendo Palinodia al Marchese Gino Capponi, I nuovi credenti e Paralipomeni alla Batracomiomachia.

Sulle pendici del Vesuvio

1836

Per sfuggire al colera, Leopardi si trasferisce con Ranieri e Paolina, sorella di Ranieri, a Villa Ferrigni, sulle pendici del Vesuvio. Qui scrive La Ginestra e Il tramonto della luna.

La morte

1837

Nel febbraio torna a Napoli ma la tisi di cui soffre da tempo si aggrava. Il 14 giugno, al termine di un pranzo, si sente male e muore. Grazie a Ranieri il suo corpo non viene messo nella fossa comune Рcome prevedevano le severe norme igieniche messe in atto a causa del colera Рma ̬ sepolto nella chiesetta di San Vitale, alla periferia di Napoli, vicino Fuorigrotta. Nel 1938 le spoglie del poeta saranno trasferite a Mergellina, vicino a quella che secondo la tradizione ̬ ritenuta la tomba di Virgilio.