Francesco Guicciardini

Letteratura e teatro
Ritratto di Francesco Guicciardini - Anonimo toscano sec. XVI
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Francesco Guicciardini (Firenze 1483 - Firenze 1540) è uno storico e uno scrittore totalmente impegnato nella vita pubblica, al centro, come protagonista o come testimone, di avvenimenti importanti (l’avvento e la caduta della Repubblica fiorentina, il ritorno dei Medici, il Sacco di Roma), attentissimo alla realtà, pronto a coglierne tutti gli aspetti, sempre teso al giudizio. Volendo ridurre la vita di Francesco Guicciardini a un principio ispiratore unitario, essa ci appare interamente dedicata all’azione politica e diplomatica a cui segue sempre una profonda e attenta riflessione tesa a individuare le particolari caratteristiche dell’evento, che non si ripeterà mai nello stesso modo. Guicciardini non si affida più alle azioni esemplari degli antichi, come fa l’amico Machiavelli: per lui non esiste una modalità di comportamento utile in tutte le circostanze, perciò è necessario osservare, distinguere e saper scegliere con intelligenza, di volta in volta.

 

La sua visione della politica e della storia è priva di certezze, tutta affidata alla discrezione, alla capacità degli uomini di trovare sempre nuove e utili soluzioni. Una visione moderna, laica che finirà per tradursi nell’accettazione realistica di una situazione deludente, di una crisi istituzionale senza rimedio che, secondo Guicciardini, investe tutti gli Stati italiani. Questo atteggiamento che ha origine dalla riflessione sulle drammatiche vicende che sconvolgono Firenze e Roma fa di Guicciardini un esempio emblematico del disincanto, dello scetticismo e della disillusione comune agli intellettuali del periodo, soprattutto in Toscana ma anche nel resto dell’Italia. Un modo di sentire la politica e la storia estremamente attuale.

 

Guicciardini ha scritto opere di taglio politico e storico.

 

Le opere politiche. Guicciardini condensa la sua sapienza politica in tre opere: i Ricordi politici e civili, Del reggimento di Firenze e Considerazioni sui Discorsi di Machiavelli. La prima, composta da 403 pensieri, raccoglie l’esperienza di tutta una vita, la seconda è un trattato teorico in forma di dialogo ambientato a Firenze nel 1494, poco dolo la cacciata dei Medici, la terza prende in esame 38 capitoli dei Discorsi sopra la prima Deca di Tito Livio scritti dall’amico Nicolò Machiavelli.

 

Le opere storiche. Nelle Storie fiorentine e nella Storia d’Italia Guicciardini esprime una profonda sfiducia riguardo alla società del suo tempo e descrive con intelligenza e amara lucidità la rovina a cui sta andando incontro, frutto dell’incapacità degli uomini di governo e della sorte imprevedibile e capricciosa che tutto travolge.

 

[Tratto con adattamenti da: Cesare Segre e Clelia Martignoni, Testi nella storia. La letteratura italiana dalle origini al Novecento, II, Milano, Mondadori, 1992.]

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