La Storia d’Italia è considerata fondamentale per la nascita della storiografia moderna. Guicciardini è stato protagonista e testimone di molti avvenimenti che hanno coinvolto Firenze e lo Stato della Chiesa; inoltre ha una vastissima conoscenza della storiografia italiana ed europea e può utilizzare anche i preziosi documenti contenuti nell’archivio del Consiglio dei Dieci, a cui gli è consentito l’accesso. Composta da 20 libri, abbraccia gli avvenimenti più tragici della storia recente – la discesa di Carlo VIII e il Sacco di Roma – compresi fra la morte di Lorenzo il Magnifico (1492) e l’elezione di papa Paolo III[1] (1534). Gli eventi vengono registrati anno per anno, secondo la struttura usata dallo storico romano Cornelio Tacito[2].
Guicciardini vede nella rovina attuale dell’Italia, un tempo ricca e prospera, la prova che la condizione umana è fragile e incerta, sempre dominata da una imprevedibile fortuna; ma questa rovina – afferma – è anche dovuta all’arbitrio e all’incapacità dei potenti, come Ludovico il Moro, Clemente VII e Pier Soderini, rispetto ai quali formula giudizi negativi che investono i loro comportamenti e la loro personalità .
La Storia d’Italia - composta nella villa di Santa Marghrita, lontano dagli impegni politici e diplomatici - è l’unica opera che Guicciardini scrive perché sia pubblicata, affidandole la sua fama di storico e di scrittore.
[1] Eletto alla morte di Clemente VII, promosse il Concilio di Trento .
[2] Publio Cornelio Tacito (55 –117 ), oratore e senatore romano, è uno degli storici più importanti dell'antichità . Le sue opere maggiori sono gli Annales e le Historiae che illustrano le vicende dell’impero di Roma dalla morte di Augusto (14 d.C) fino a quella di Domiziano (96 d.C).