L'espressione mass media, che nel parlare comune diventa spesso semplicemente "i media", con pronuncia all'italiana, viene anche tradotta con mezzi di comunicazione di massa. Essa è arrivata in Italia alla fine degli anni Cinquanta del secolo scorso: dapprima nel linguaggio specialistico, per diventare corrente solo un decennio dopo. Indica una varietà di strumenti di comunicazione: i giornali e il cinema, la radio e la televisione, e perfino i dischi e i manifesti stradali. Se vogliamo dare una definizione che li ricomprenda tutti, possiamo dire che sono mezzi di comunicazione di massa, o mass media, quegli strumenti che inviano uno stesso messaggio a una pluralità di lettori o ascoltatori o spettatori.
La parola “massa” comunque è piuttosto ambigua. Prima di tutto, non sempre e non tutti i mass media raggiungono una “massa”, intesa come un pubblico costituito da un gran numero di persone. In generale, i giornali (anche i più diffusi) e a maggior ragione i libri raggiungono in Italia una minoranza della popolazione. Anche tra le trasmissioni radiofoniche, o anche televisive, molte sono seguite solo da un pubblico ristretto: da qualche anno si parla in questi casi di programmi “di nicchia”, un'espressione che nel gergo del marketing indica un settore relativamente appartato della cosiddetta audience: termine che indica il pubblico, in particolare televisivo, in quanto misurabile in termini quantitativi.
Inoltre, l'uso della parola “massa” spesso sottintende, magari inconsapevolmente, una sfumatura critica, o addirittura sprezzante. Se il pubblico è vasto e indifferenziato si può supporre che sia mediamente incolto e incapace di discriminare, per cui i mass media possono essere implicitamente accusati o di strumentalizzare la parte più manipolabile della popolazione, o comunque di lanciare messaggi poveri nella sostanza, sebbene “spettacolari” (aggettivo anche questo carico di implicazioni critiche) nella forma.
Si tratta di giudizi spesso impliciti più che dichiarati. Qui ci sforzeremo di parlare dei mass media in termini critici ma non giudicanti. Il lettore si formerà liberamente la sua opinione.