L'originalità di Giacomo Leopardi (Recanati 1798 - Napoli 1837) sta nell'aver creato una poesia in cui il sentimento e il pensiero, la passione e la ragione si mescolano e si coniugano. Lo scorrere del tempo che tutto cancella – amore e affetti, giovinezza e bellezza, gloria e valore – la condanna dell'uomo all'infelicità e al dolore sono tremende verità; le persone possono rifiutarsi di vederle e rifugiarsi nella mediocrità della vita quotidiana e nell'illusione di un mondo ultraterreno oppure guardarle bene in faccia affrontando la realtà delle cose. L'uomo di genio sta nella disperazione in modo lucido e consapevole: non si separa dai sentimenti, dai ricordi dell'infanzia, dalle passioni, ma accetta che siano fragili, ingannevoli, destinati a finire e trae dall'arte e dalla poesia il coraggio e la forza per non arrendersi. Queste idee sull'uomo e sulla funzione della cultura sono estremamente moderne e divergenti rispetto al pensiero dominante nel tempo, di stampo cattolico e moderato: non a caso le Operette morali nel 1850 furono inserite nell'Indice dei libri proibiti. Leopardi esprime la sua visione del mondo attraverso una lingua che da una parte include nella scrittura poetica parole di uso quotidiano (cosa mai avvenuta prima), dall’altra trasforma e ricrea le forme metriche classiche e le parole da sempre impiegate in letteratura, dando loro cadenze e significati evocativi e nuovi.