"Cavalleria rusticana"

Letteratura e teatro

Protagonista della novella è un contadino siciliano, Turiddu Manca, figlio della gnà Nunzia; Cavalleria rusticana ha inizio con la sua descrizione:

 

Turiddu Macca, il figlio della gnà Nunzia, come tornò da fare il soldato, ogni domenica si pavoneggiava in piazza coll’uniforme da bersagliere e il berretto rosso, che sembrava quella della buona ventura, quando mette su banco colla gabbia dei canarini. Le ragazze se lo rubavano cogli occhi, mentre andavano a messa col naso dentro la mantellina, e i monelli gli ronzavano attorno come le mosche.

 

Il giovane, tornato al paese dopo aver fatto il soldato, scopre che Lola, la ragazza di cui è innamorato, si è sposata con compare Alfio, un carrettiere di Licodia. Turiddu, per rabbia, corteggia Santa davanti a tutto il paese, scatenando la gelosia di Lola che ascoltava ogni sera, nascosta dietro il vaso di basilico, e si faceva pallida e rossa. I due riprendono a frequentarsi di nascosto, ma Santa si accorge del tradimento e, nel giorno di Pasqua, racconta tutto a compar Alfio che è tornato in paese per la festa. Alfio sfida Turiddu in un duello rusticano e lo uccide. Così termina la novella:

 

Turiddu annaspò un pezzo di qua e di là tra i fichidindia e poi cadde come un masso. Il sangue gli gorgogliava spumeggiando nella gola e non poté profferire nemmeno:  Ah, mamma mia! –

 

Pietro Mascagni compose un’opera lirica dal titolo Cavalleria Rusticana, su libretto di Giovanni Targioni-Tozzetti e Guido Menasci, tratto dalla novella di Verga.

L’opera di Mascagni, rappresentata il 17 maggio 1890 al Teatro Costanzi di Roma, ebbe un grande successo ma Verga denunciò il musicista per plagio e vinse la causa. 

 

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