La raccolta Vita dei campi esce a Milano nel 1880 e contiene le novelle Fantasticheria, Jeli il pastore, Rosso Malpelo, Cavalleria rusticana, La lupa, L'amante di Gramigna, Guerra dei santi, Pentolaccia. E' un vero successo e la prima edizione va esaurita in pochi mesi.
Vita dei campi è la prima opera verista di Verga, nella quale lo scrittore sperimenta nuove tecniche narrative. L'innovazione più significativa consiste nell’assumere il punto di vista culturale e il linguaggio dei personaggi. A differenza di quanto accade in romanzi come i Promessi Sposi, dove l'autore commenta i fatti ed esprime giudizi personali, in Vita dei campi Verga rinuncia al suo modo di vedere le cose per dare voce a quello dei personaggi - i contadini protagonisti delle storie- che esprimono i loro valori e il loro modo di sentire utilizzando il modo di parlare del popolo siciliano.
I protagonisti di Vita dei campi non hanno possibilità di riscatto e ogni volta che cercano di uscire dalla miseria e dalla subordinazione, la dura realtà li respinge nuovamente indietro. L'attaccamento alle poche cose che possiedono, guadagnate con infiniti sacrifici e fatiche, mettono in second'ordine gli affetti più cari e l'obbedienza assoluta al codice dell'onore fa sì che il tradimento amoroso abbia come conclusione inevitabile il duello rusticano e la morte.