Nata negli anni Venti e sperimentata nel decennio successivo (in Italia le prime trasmissioni ebbero inizio nel 1938) la televisione si impose con straordinaria rapidità dopo la guerra, dapprima negli USA poi in Europa. La RAI cominciò a trasmettere nel gennaio 1954 (subito prima il Papa aveva lanciato un preoccupato appello sulle potenzialità corruttrici del nuovo mezzo); meno di dieci anni dopo la televisione era presente nella maggioranza delle abitazioni. Dagli anni Settanta è seconda solo al frigorifero come elettrodomestico più diffuso nel Paese.
Si è spesso sostenuto che la popolarità del mezzo sia inscindibile da una sua funzione “educativa” specie nel campo linguistico, forse è vero nella sua apparente grossolanità il giudizio di un contadino meridionale che nel 1959 diceva “Pure Il musichiere [la notissima trasmissione di canzoni e quiz del sabato sera] è istruttivo”. Il nuovo mezzo si incontrò con un'Italia che stava vivendo una rapidissima modernizzazione e che accolse quel misto di notizie e canzoni, intrattenimento e divulgazione portato direttamente nelle case come una via di accesso a un mondo fatto di industrie, supermercati, autostrade.
Mentre una gran parte del mondo della cultura guardava al nuovo mezzo con diffidenza se non con aperto disprezzo (e la sinistra non esitava a parlarne almeno inizialmente come del “frigorifero del cervello”) il ceto politico in particolare dell'area dominante del centro ne intuì presto il potenziale per la comunicazione con l'elettorato. Cominciò ben presto il processo che avrebbe fatto del sistema televisivo un diretto prolungamento del sistema politico nazionale (e viceversa), cosa che non impedì alla televisione italiana di raggiungere in particolare negli anni Sessanta livelli qualitativi superiori a quelli di molte altre emittenti.
La fine del monopolio nel 1974-75, e il lungo vuoto legislativo che seguì, non portò con sé, contrariamente a quanto molti si aspettavano, né un'apertura verso le culture locali né uno svincolarsi del sistema televisivo dalla politica. Fin dal 1980-82 sorse anche nel campo della televisione privata un gigante paragonabile per dimensioni alla RAI, il gruppo Fininvest poi Mediaset, che avrebbe dapprima stabilito solide alleanze nel sistema dei partiti per poi dar vita a partire dal 1994 a una propria forza politica, a lungo egemone nella vita italiana.