La raccolta esce nel 1882 a Torino e comprende: Il Reverendo, Cos’è il re, Don Licciu Papa, Il Mistero, Gli orfani, La roba, Storia dell’asino di S. Giuseppe, Pane nero, I galantuomini, Libertà , Di là dal mare.
In queste novelle il pessimismo di Verga è ancora più radicale che in Vita dei campi. Tutto obbedisce alle leggi dell’economia e dell’egoismo che stanno alla base della moderna società industriale, mentre i valori patriarcali cari allo scrittore, propri di un mondo agricolo semplice e austero che rispetta l’autorità e le tradizioni, sembrano perduti per sempre.
I personaggi di Novelle rusticane hanno come unico valore la roba, i beni materiali, che trasformano gli uomini in bestie disgregando ogni forma di civiltà . Non a caso molte novelle sono ambientate nel 1860, l’anno dell’impresa dei Mille e dell’Unità d’Italia, che soprattutto in Sicilia vengono vissute come un tradimento degli ideali di libertà e riscatto sociale propri del Risorgimento. Ogni speranza di ritorno all’antica civiltà contadina è ormai perduta e Verga ne prende atto con un’amara ironia che caratterizza tutti questi racconti.