Il poeta e la storia

    Letteratura e teatro

    Montale ha un rapporto distaccato con la politica e con gli eventi della storia. Anche se nelle poesie scritte fra il 1940 e il 1946 ci sono riferimenti precisi alla guerra e agli orrori del nazismo, quella che gli interessa veramente è la condizione umana, una dimensione diversa della realtà, più vasta e cosmica. In un'intervista del 1951, di cui riportiamo alcuni passi, Montale spiega le ragioni di questo atteggiamento che si riflette in tutta la sua poetica.

     

    L'argomento della mia poesia (e credo di ogni possibile poesia) è la sé considerata; non questo o quell'avvenimento storico. Ciò non significa estraniarsi da quanto avviene nel mondo; significa solo coscienza, e volontà, di non scambiare l'essenziale con il transitorio... Un artista porta in sé un particolare atteggiamento di fronte alla vita e una certa attitudine formale a interpretarla secondo schemi che gli sono propri... Avendo sentito fin dalla nascita una totale disarmonia con la realtà che mi circondava, la materia della mia ispirazione non poteva essere che “quella” disarmonia.

    Io non sono stato fascista e non ho cantato il fascismo; ma neppure ho scritto poesie in cui quella pseudo rivoluzione apparisse osteggiata... Non nego che il fascismo dapprima, guerra più tardi, e la guerra civile più tardi ancora mi abbiano reso infelice; tuttavia esistevano in me ragioni di infelicità che andavano molto al di al di fuori di questi fenomeni… L'ipotesi di una società futura migliore della presente non è punto disprezzabile, ma è un'ipotesi economica-politica che non autorizza illazioni d'ordine estetico, se non in quanto diventi mito... io gli avvenimenti che fra le due guerre mondiali hanno straziato l'umanità li ho vissuti standomene seduto e osservandoli. Non avevo altro da fare […]. [http://eugeniomontale.xoom.it/txt_seduto.htm]

     

    L'intervista oggi si trova in: Eugenio Montale, Sulla poesia, a cura di G. Zampa, Milano, Mondadori, 1976.

     

    Alcune poesie che testimoniano questa sua visione della storia:

     

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