Il particulare, cioè la cura della propria posizione sociale e della dignità personale, sono il punto d’arrivo della discrezione e dell’esperienza. A nessuno più che a me ripugnano l’ambizione, l’avarizia e il lusso del clero – afferma Guicciardini – e per questo, non certo per motivi religiosi, sarei divenuto seguace di Lutero. Ma la necessità di salvare il mio particulare mi ha costretto a servire due pontefici e a contribuire alla loro grandezza:
28. Io non so a chi dispiaccia piú che a me la ambizione, la avarizia e le mollizie de' preti; sà perché ognuno di questi vizi in sé è odioso, sà perché ciascuno e tutti insieme si convengono poco a chi fa professione di vita dipendente da Dio; e ancora perché sono vizi sà contrari che non possono stare insieme se non in uno subietto molto strano. Nondimeno el grado che ho avuto con piú pontefici, m'ha necessitato a amare per el particulare mio la grandezza loro; e se non fussi questo rispetto, arei amato Martino Luther quanto me medesimo, non per liberarmi dalle legge indotte dalla religione cristiana nel modo che è interpretata e intesa communemente, ma per vedere ridurre questa caterva di scelerati a' termini debiti, cioè a restare o sanza vizi o sanza autoritá.
Quasi tutti gli uomini - o forse proprio tutti – hanno a cuore i loro privati interessi, perciò non bisogna credere a chi predica la libertà , anche se lo fa in modo convincente; infatti l’esperienza dimostra che, se un governo privo di libertà politica garantisce la soddisfazione dei personali tornaconto, tutti cambiano in gran fretta opinione, come alla posta si fa il cambio dei cavalli:
66. Non crediate a costoro che predicano sà efficacemente la libertá, perché quasi tutti, anzi non è forse nessuno che non abbia l'obietto agli interessi peculiari, e la esperienzia mostra spesso, ed è certissimo, che se credessimo trovare in uno stato stretto migliore condizione, vi correrebbono per le poste.