Gli uomini sono per natura franchi e leali – schietti, come si dice a Firenze – e condannano chi finge e inganna. Ma la simulazione è utile e la lealtà giova più agli altri che a noi stessi. Certo, è bello essere onesti e leali, perciò è consigliabile di usare la simulazione solo per le cose molto importanti, che non si presentano di frequente. In questo modo potremo conquistare la fama di persone leali e saremo amati dagli onesti, mentre, quando sarà necessario dissimulare, otterremo risultati ancora migliori perché nessuno penserà che stiamo agendo in cattiva fede:
104. È lodato assai negli uomini, ed è grato a ognuno lo essere di natura liberi e reali, e come si dice in Firenze, schietti; è biasimata da altro canto ed è odiosa la simulazione, ma è molto piú utile a sé medesimo; e quella realitá giova piú presto a altri che a sé. Ma perché non si può negare che la non sia bella, io loderei chi ordinariamente avessi el traino suo del vivere libero e schietto, usando la simulazione solamente in qualche cosa molto importante, le quali accaggiono rare volte. Cosà acquisteresti nome di essere libero e reale, e ti tireresti drieto quella grazia che ha chi è tenuto di tale natura: e nondimeno nelle cose che importassino piú, caveresti utilitá della simulazione, e tanto maggiore quanto, avendo fama di non essere simulatore, sarebbe piú facilmente creduto alle arti tue.
Non è positivo avere la fama di essere sospettosi e sfiduciati, però gli uomini sono così ingannevoli, così subdoli, così tesi al proprio interesse e così poco rispettosi di quello altrui, che non si sbaglia dando loro poca fiducia e poco credito. Quindi, anche se è piacevole parlare e scambiarsi pensieri e opinioni, si comporta in modo saggio chi parla di cose personali solo quando è necessario: è più gradevole fare altrimenti, ma è più utile agire in questo modo:
157. Non è bene vendicarsi nome di essere sospettoso, di essere sfiduciato: nondimeno l'uomo è tanto fallace, tanto insidioso; procede con tante arte sà indirette, sà profonde, è tanto cupido dello interesse suo, tanto poco respettivo a quello di altri, che non si può errare a credere poco, a fidarsi poco.
184. Io non voglio escludere gli uomini da' ragionamenti communi, né da conversare insieme con grata e amorevole dimestichezza; ma dico bene che è prudenzia non parlare se non per necessitá delle cose proprie; e quando se ne parla, non ne dare conto se non quanto è necessario al ragionamento o intento che allora si ha; riservando sempre in sé medesimo tutto quello che si può fare, sanza dire; piú grato è fare altrimenti, piú utile el fare cosÃ.