Emanuele Crialese, "Nuovomondo" - recensione

Se vuoi approfondire, leggi la recensione a questo film (tratta da

http://www.mymovies.it/dizionario/recensione.asp?id=44081), e completa le frasi, scegliendo una delle tre proposte.

 

Una lezione di cinema che diventa lezione di vita

   

Sicilia, primi del Novecento. La famiglia Mancuso decide di partire per l'America per abbandonare stenti e povertà alla ricerca di fortuna e denaro.

 

Nella Sicilia degli inizi del Novecento, Salvatore fa un voto [Fare un voto a Dio, alla Madonna o ad un santo significa fare la promessa di compiere un determinato atto, di impegnarsi a un certo comportamento o di rinunciare a qualcosa, in segno di riconoscenza per una grazia ricevuta o per ottenerla] e chiede un segno al cielo: vuole imbarcarsi per il nuovo mondo e condurre in America i figli e l’anziana madre. Il segnale è una cartolina di propaganda che ritrae minuscoli contadini accanto a galline giganti o a carote sproporzionate. Venduta ogni cosa posseduta, Salvatore lascia la Sicilia alla volta dell’America. Durante la traversata oceanica incontra la bella Lucy, una young lady che indossa il cappello ed è più elegante della figlia del sindaco del paese. Luce parla la lingua dell’America e cerca un compagno da impalmare [prendere in sposo] per ritornarci da signora. Salvatore, da vero galantuomo [uomo onesto, corretto], accoglie la sua avance. Il lungo viaggio approderà ad Ellis Island ['si fermerà' (approdare è verbo tecnico  che indica 'toccare terra con una nave, una barca')], l’isola della quarantena [periodo di isolamento di durata variabile, ma originariamente di quaranta giorni, prescritto per persone che potevano essere affette da malattie contagiose] dove si decideranno gli ingressi e i rimpatri.

 

Non poteva scegliere un tempo migliore di questo, Emanuele Crialese, per ripercorrere la storia della migrazione italiana, indagando sulla genesi del pregiudizio che accompagna da sempre i fenomeni migratori e le dinamiche dell'inserimento nella società di accoglienza. Proprio oggi che l’Italia è il “nuovomondo”, una meta ambita [desiderata] di immigrazione. La ricerca di una storia individuale dentro la Storia migratoria era già contenuta nei film precedenti [...].

 

L’esperienza migratoria italiana, interna (da Sud a Nord) o transoceanica, si compie con Nuovomondo, la storia di un viaggio oltremare alla ricerca della terra promessa. Quel viaggio, chiuso nel profondo di una nave mai ripresa in campo lungo [espressione tecnica del linguaggio cinematografico, con cui si intende che le figure riprese sono a una distanza che supera i trenta metri dalla cinepresa], è compreso fra due sequenze potenti fino a togliere il fiato: la partenza del bastimento dal porto siciliano e lo sbarco bianco in America. La nave si stacca dalla terra arcaica strappando la composizione dell’inquadratura come i cuori di chi abbandona il vecchio mondo e le origini. In mezzo, la traversata fisica e interiore di personaggi spiegati unicamente dalle immagini, fino al bagno candido ['bianco', perché era un bagno nel latte, quello che viene fotografato nella locandina del film (affiche, in francese)], arrestato dall’affiche [francese, 'poster, locandina del film'], da cui i protagonisti emergono al nuovomondo e di nuovoalmondo. Prima degli alberi carichi di monete, dei fiumi di latte e di una scatola che sale e scende da case che grattano il cielo, bisogna superare i test psicoattitudinali, un esame a carattere medico e amministrativo dal cui esito dipendeva l’accesso alla golden door del titolo internazionale. Gli edifici di Ellis Island raccoglievano e raccolgono nel film di Crialese una popolazione agraria e prevalentemente analfabeta, che come Salvatore fuggiva la fame, il tramonto dei vecchi mestieri artigiani o l’aggravarsi delle imposte [L'aggravarsi delle imposte: l'aumentare delle tasse, dei tributi da pagare] sulle campagne del meridione. Alternando campi medi a primi piani, disciplinando anche le scene più spettacolari, come quella della tempesta tutta implosa nel ventre della nave, seguendo le linee del profilmico [Tutti gli elementi che si trovano davanti alla macchina da presa (sia naturali che artificiali) e che verranno poi filmati. Del profilmico fanno quindi parte scenografie, illuminazione, trucco e costumi e la recitazione degli attori (da: http://controreazioni.wordpress.com/glossario-del-cinema/)] e le visioni surreali dei protagonisti, Crialese crea una sua idea di cinema, bagnata perennemente dal mare di Sicilia o dagli oceani del Nuovomondo. Una lezione di cinema che diventa lezione di vita perché rivela allo spettatore l’indesiderabilità dei nuovi venuti.

 

Ancora una volta, come è stato per la Golino in Respiro, a illuminare fin dal nome la traversata della vita è una donna, Luce, una straordinaria Charlotte Gainsbourg, che col suo cappello, i capelli rossi e l’accento inglese è anticipatrice del nuovo femminismo americano del secondo dopo guerra. È lei a formulare [esprimere, fare] la proposta di matrimonio a Salvatore, senza credere neanche un momento che la felicità femminile si esaurisca nel ruolo di moglie e di madre. Lei è la donna moderna, la cui razionalità si scontra con la superstizione e le credenze assurde di Donna Fortunata, la madre di Salvatore rimpatriata perché considerata scarsamente intelligente. Lei è la terra madre che qualcuno ha lasciato, come Crialese, per ritornare e per fare più bella. Non solo al cinema.

 

Salvatore Mancuso decide di lasciare la Sicilia spinto da

  • un sogno fatto da lui.
  • un presentimento di sua madre.
  • un segno venuto dal cielo.

Gli emigranti vengono rappresentati come

  • contadini poco o per nulla istruiti che partono per fuggire le difficoltà di vita.
  • italiani di diverse condizioni sociale che vivono il sogno americano.
  • mercanti e contadini che volevano far fortuna all’estero.

Luce rappresenta

  • la donna italiana della tradizione.
  • la donna americana moderna.
  • la nuova donna italiana.

Per l’autore di questa recensione, il film sostanzialmente è

  • un’analisi sull’accoglienza dei migranti nell’America del primo Novecento.
  • un’analisi sociologia sull’Italia meridionale.
  • una ricerca sugli stereotipi che riguardano chi emigra, oggi come ieri.