Intraprende gli studi di diritto canonico e frequenta lo studio napoletano dove insegna Cino da Pistoia, giurista e poeta, amico di Dante e <a href="/firb-vivi<p>Intraprende gli studi di diritto canonico e frequenta lo studio napoletano dove insegna Cino da Pistoia, giurista e poeta, amico di <a data-cke-saved-href=" node="" 1"="">Dante e Petrarca. L’ambiente raffinato e aristocratico della corte angioina lo mette in contatto con la cultura francese (in particolare il romanzo e il poema cavalleresco) e con il mondo classico (soprattutto Ovidio e Apuleio). Ha modo di accedere alla ricca biblioteca del re e di incontrare intellettuali di grande rilievo come il monaco calabrese Barlaam, uno dei primi grecisti; Dionigi da Borgo San Sepolcro, guida spirituale di Petrarca, teologo, scienziato, maestro di retorica e di poetica; il grande astrologo Andalò del Negro. In questo periodo s’innamora di Fiammetta, forse una figlia naturale di Roberto d’Angiò. S’immerge sempre più nella vita quotidiana della comunità fiorentino-napoletana e impara anche il dialetto napoletano, di cui fa sfoggio nell’Epistola napoletana.