È il diario che Gadda scrive dal 1915 al 1919 prima mentre si trova al fronte come tenente degli alpini, poi, dopo la disfatta di Caporetto, prigioniero in diversi campi di prigionia.
Su sei quaderni, come memoria e sfogo privato e senza alcuna finalità editoriale, l’autore, patriota sincero e fervente irredentista, annota puntualmente le vicende quotidiane della guerra e poi della prigionia. Dalle sue dettagliate descrizioni, in cui si alternano toni accorati, linguaggio burocratico, espressioni dialettali, emerge chiaramente lo sfascio dell’esercito italiano, l’irresponsabilità dei superiori, la retorica che ammanta l’inadeguatezza e l’incuria. Si tratta di una presa di coscienza amarissima, che suscita rabbia e indignazione nel giovane tenente animato da profondi e nobili ideali. Tre quaderni, con il titolo Giornale di guerra e di prigionia, verranno pubblicati molti anni dopo, una prima volta nel 1955 e una seconda, con l'integrazione di un quaderno, nel 1965. I diari sono stati pubblicati integralmente solo nel 1992, nel IV volume delle Opere (Garzanti), a cura di Dante Isella, con l'inclusione del Taccuino di Caporetto. Diario di guerra e di prigionia (ottobre 1917-aprile 1918), uscito da Garzanti nel 1991, a cura di Sandra e Giorgio Bonsanti. Nota al testo di Dante Isella.