10. L'Italia paese d'immigrazione

Migrazioni
Reggio Emilia: "Inside Out, l'Italia sono anch'io", installazioni fotografiche

Dal 1973 il saldo migratorio è positivo: comincia l’era dell’immigrazione in Italia. Durante gli anni settanta e fino all’inizio degli anni ottanta furono quattro i più importanti flussi migratori: dalla Tunisia verso la Sicilia, dove i tunisini trovarono lavoro nei settori della pesca e dell’agricoltura; quello femminile delle prime donne immigrate filippine, eritree, capoverdiane, somale e latino-americane che andarono a fare le domestiche e dall’Est Europa, i manovali edili iugoslavi. In ultimo vi fu un flusso di rifugiati politici e di studenti provenienti da altri paesi europei, come la Grecia, o da paesi asiatici e africani.

 

Nel 1996 i permessi di soggiorno rilasciati a cittadini stranieri per la prima volta superarono il milione (1.095.622) suddivisi tra comunitari, 13,9 per cento, ed extracomunitari, 86,1 per cento.

 

Per l’Italia si è parlato di arcipelago migratorio poiché l’arco delle nazionalità presente nel paese è straordinariamente ampio, le lingue straniere parlate sono più di cento.

 

Gli stranieri residenti in Italia al 1° gennaio 2011 sono 4.570.317, 335mila in più rispetto all’anno precedente (+7,9%). Nel 2010 è cresciuto il numero dei cittadini dei Paesi dell’Europa Centro-Orientale (sia Ue sia non Ue): in testa abbiamo la Romania con quasi un milione di residenti (9,1% in più rispetto all’anno precedente, 21,2% sul totale degli stranieri), seguita da Moldavia (+24,0%), Federazione Russa (+18,3%), Ucraina (+15,3%) e Bulgaria (+11,1%). Anche i cittadini dei Paesi del Sud Est asiatico hanno fatto registrare incrementi importanti: Pakistan (+16,7%), India (+14,3%), Bangladesh (+11,5%), Filippine (+8,6%), Sri-Lanka (+7,6%). L’elevata crescita che ha interessato queste comunità è legata, tra l’altro, agli effetti dell’ultima regolarizzazione di colf e badanti, svoltasi nell’ultima parte dell’anno 2009, i cui effetti in termini di iscrizioni anagrafiche si sono fatti sentire maggiormente nel corso del 2010 (Grafico 2).

 

La quota di cittadini stranieri sul totale dei residenti (italiani e stranieri) continua ad aumentare: al 1° gennaio 2011 è salita al 7,5%. Nel 2010 sono nati circa 78mila bambini stranieri, il 13,9% del totale dei nati da residenti in Italia. Nel corso del 2010, 65.938 cittadini stranieri hanno acquisito la cittadinanza italiana con un aumento dell’11,1% rispetto all’anno precedente. Tra i nuovi cittadini italiani sono più numerose le donne, poiché i matrimoni misti riguardano prevalentemente donne straniere e uomini italiani.

 

Gli stranieri residenti in Italia si distribuiscono sul territorio in maniera molto disomogenea, a seconda della cittadinanza di appartenenza. L’86,5% degli stranieri risiede nel Nord e nel Centro del Paese, il restante 13,5% nel Mezzogiorno (Grafico 3). La maggior parte si concentra nel Nord (35% nel Nord-Ovest, 26,3% nel Nord-Est) e, in misura inferiore, nel Centro (25,2%), invece nel Mezzogiorno risiede soltanto il 13,5% dei residenti stranieri.