I verbi pronominali e la diàtesi media

    Sintassi

     

    A tutti i verbi italiani possiamo attaccare un pronome personale cosiddetto “riflessivo”, cioè che si riferisce alla stessa persona del soggetto: mi (per la 1a persona singolare.), ti (per la 2a), si (per la 3a), ci (per la 1a persona  plurale), vi (per la 2a), si (per la 3 a). Abbiamo così verbi come lavarsi, tuffarsi, divertirsi, ammalarsi

     

    Tali verbi, detti pronominali, possono esprimere significati diversi. Con questi verbi noi segnaliamo che:

     

    a)      il soggetto compie volontariamente un’azione su se stesso: lavarsi, pettinarsi, ecc.; o su una parte del proprio corpo: lavarsi le mani, i denti, ecc.; o su qualcosa che gli aderisce: pulirsi gli occhiali, mettersi i guanti, allacciarsi le scarpe;

     

    b)        il soggetto compie volontariamente un atto fisico con l’intero suo corpo: tuffarsi, sdraiarsi, alzarsi, sedersi, allontanarsi, allenarsi, o prende un’iniziativa per il proprio bene: curarsi, istruirsi, abituarsi, educarsi;

     

    c)        nel soggetto accadono fenomeni fisici provocati da processi interni: ammalarsi, stancarsi, addormentarsi, svegliarsi; o fenomeni che riguardano la sua coscienza, il suo stato d’animo, i suoi sentimenti: pentirsi, vergognarsi, offendersi, divertirsi, annoiarsi, innamorarsi, ecc.; o, se si tratta di un oggetto non animato, avviene un cambiamento di condizioni materiali (prodotto da urti, temperature esterne): rompersi, guastarsi, addensarsi, sciogliersi, seccarsi, ecc.

     

    d)        il soggetto mette particolare intenzione e gusto nel compiere un’azione: godersi (la vita, la vacanza), bersi (una birra fresca), mangiarsi (un piattone di spaghetti), ecc.; con i verbi di movimento si aggiunge anche la particella neandarsene, starsene, tornarsene.

    Alle costruzioni indicate sotto la lettera a) si dà il nome di riflessive (illustrate nella scheda 9); le altre rientrano nella diatesi media, la quale segnala che il fenomeno nasce – volontariamente nei casi b) e d), non  volontariamente nei casi di c) – nel soggetto e ricade sul soggetto stesso.

     

    I verbi pronominali con valore medio variano da lingua a lingua; un verbo può essere pronominale in italiano ma non nelle altre lingue, così come può valere il contrario. (Nelle fasi antiche dell’italiano l’uso pronominale dei verbi era molto più frequente: essersi, tacersi, parersi, morirsi, partirsi, ritornarsi, ecc.; queste forme si incontrano nei classici). Qualche esempio:

     

    in francese sono pronominali alcuni verbi che in italiano non lo sono: se douter ‘dubitare’; se taire ‘tacere’; se méfier ‘diffidare’; ma ci sono anche casi inversi: grimper ‘arrampicarsi’; bouger ‘muoversi’; féliciter ‘congratularsi’.

     

    In spagnolo sono pronominali verbi come: callarse ‘tacere’; huirse ‘fuggire’; caerse ‘cadere’; reérse ‘ridere’.

     

    In inglese, invece, non sono pronominali i verbi (torepent ‘pentirsi’ e (torebel ‘ribellarsi’, (tobe ashamed, ‘vergognarsi’, (toget angry ‘arrabbiarsi’.

     

    Anche in tedesco abbiamo alcuni verbi pronominali che non trovano corrispondenza in italiano come: sich freuen ‘gioire’; sich wünschen ‘desiderare’.

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