La tipografia e la passione per la lettura

    Come racconta lo stesso Vittorini, gli anni trascorsi a Firenze lavorando in tipografia sono molto duri, ma ciò non gli impedisce di coltivare la passione per la lettura:

     

    Io non avevo dimenticato il Robinson Crusoe letto a sei anni in una riduzione per bambini... E avrei voluto leggerlo nel testo originale. Avrei voluto leggere tutto quello che De Foe ha scritto. Nella tipografia della "Nazione" si aveva mezz'ora di tempo libero tra il momento in cui terminava il lavoro effettivo e il momento in cui, messo la firma all'orologio di controllo, si poteva rincasare... Il mio amico che conosceva l' inglese accondiscese a insegnarmi l'inglese. E fu in un modo molto speciale che cominciammo. Fu sul testo del Robinson Crusoe, leggendolo e traducendolo parola per parola, scrivendo sopra ogni parola inglese la corrispondente parola italiana... Poi continuai da solo, un po' come un sordomuto, su testi ancora di De Foe, e su autori del Settecento, su autori dell'Ottocento, su autori contemporanei anche americani fino al giorno in cui mi trovai in grado di poter tradurre correttamente.

     

    [da Della mia vita fino a oggi raccontata ai miei lettori stranieri, in Pesci rossi, Bollettino editoriale numero 3 Bompiani, 1949]

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