Scarico di coscienza

    Ecco un passo dell'articolo, che sarà pubblicato nuovamente molti anni dopo dopo in Diario pubblico con il titolo Maestri cercando:

     

     

    […] Carducci e Pascoli non potevano averci insegnato nulla; tutte le loro risorse erano state vinte, assorbite dal dilettantismo e da D’Annunzio; e D’Annunzio stesso era finito miseramente in se stesso, ripetutosi, esauritosi spontaneamente... La letteratura che potremmo chiamare crociana si era giocata la posta. Prezzolini, la Voce[1], non insegnavano nulla. Nulla Papini, nulla Soffici. Essi non hanno fatto la carriera che ci voleva per essere i nostri maestri. Nemmeno da Verga un insegnamento, un indirizzo.

     

    Dopo aver pubblicato questo articolo in cui accusa di provincialismo la cultura italiana, Vittorini subisce forti ripercussioni da parte del regime fascista.

     

    […] L'articolo fece scandalo, fu segnalato anche all'estero, e mi procurò una serie di attacchi da parte della stampa fascista. Cominciai ad essere considerato d'allora uno scrittore tendenzialmente antifascista. Persi le mie collaborazioni ai giornali che pagavano, e divenni collaboratore di una piccola rivista fiorentina, Solaria, che si pubblicava coi nostri risparmi... Fui così un solariano e solariano negli ambienti letterari di allora, era parola che significava antifascista, europeista, universalista, antitradizionalista... Giovanni Papini ci ingiuriava da un lato, e Farinacci da un altro. Ci chiamavano anche sporchi giudei per l'ospitalità che si dava a scrittori di religione ebraica e per il bene che si diceva di Kafka o di Joyce.


     

    (Da: Della mia vita fino a oggi raccontata ai miei lettori stranieri, in Pesci rossi, Bollettino editoriale numero 3 Bompiani, 1949)



    [1] Una delle più importanti riviste letterarie del Novecento, fondata nel 1908 da Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini; Ardengo Soffici, scrittore e pittore, ne progettò la testata e divenne uno dei più importanti collaboratori

     

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