Nella Prefazione del 1948 al Garofano rosso, a proposito del valore da attribuire al suo romanzo Vittorini scrive:
Il principale valore documentario del libro è tuttavia nel contributo che può dare a una storia dell'Italia sotto il fascismo e ad una caratterizzazione dell'attrattiva che un movimento fascista in generale, attraverso malintesi spontanei o procurati, può esercitare sui giovani. C'è in loro, verso il mondo costituito, una diffidenza che li accomuna e un atteggiamento di rivolta non preciso ma costante per cui sono portati a credersi rivoluzionari e sono pronti a simpatizzare con qualunque movimento politico appaia loro rivoluzionario. Agli occhi loro, che vedono gli altri partiti non uccidere, il fascismo è forza , e come forza è vita, e come vita è rivoluzionario.