Petrarca e il petrarchismo

    Letteratura e teatro

    Presso i suoi contemporanei Petrarca fu famoso soprattutto per le opere in latino che determinarono lo sviluppo di generi letterari come la biografia, la storiografia, la poesia bucolica e gli epistolari. Il successo del Canzoniere inizia nel ‘400, quando diviene oggetto di imitazione per molti poeti che scrivono in volgare e punto di riferimento anche per autori di grande spessore e originalità come Lorenzo il Magnifico, Boiardo e Poliziano. Un esempio di imitazione è la raccolta di rime dal titolo La bella mano (1440) che l’autore, Giusto de’ Conti di Valmontone, compone in perfetta aderenza al modello.

     

     

    Pietro Bembo e il petrarchismo

     

    Pietro Bembo contribuisce moltissimo al grande successo di Petrarca. Nel 1501 cura l’edizione del Canzoniere nella forma destinata a diventare canonica. Ma soprattutto, nelle Prose della Volgar lingua, esalta la classicità del linguaggio del Canzoniere e lo indica come eccellente e unico modello per tutti i generi della poesia colta . Con Bembo inizia il petrarchismo, cioè l’imitazione incondizionata della poetica di Petrarca, un fenomeno che investe anche l’Europa.

     

    Col petrarchismo il sonetto si afferma in modo particolare in Francia, con Ronsard e i poeti della Pléiade, e Inghilterra, con Thomas Wyatt, Edmund Spenser e Shakespeare, anche se con una diversa struttura metrica e ritmica. Il Canzoniere viene analizzato con un’attenzione che fino a quel momento era stata riservata soltanto a opere con profonde implicazioni filosofiche e dottrinali, come la Commedia di Dante e diviene, non solo un modello per lo stile poetico, ma anche per lo stile di vita, si trasforma in una moda: nelle eleganti corti del ‘500, gentiluomini e dame scrivono versi e parlano alla maniera di Petrarca.

     

     

    Foscolo e l'inizio dell'età moderna

     

    Il petrarchismo entra in crisi nel ‘600, con l’affermarsi del gusto barocco. L’Arcadia lo rivaluta ma bisogna attendere Ugo Foscolo (1778-1827) perché il Canzoniere e l’intera opera di Petrarca vengano considerati testi letterari da analizzare nella forma e nella struttura metrica e – come la personalità del loro autore - da collocare storicamente. Petrarca infatti era considerato in modo negativo sia dagli Illuministi sia dai Romantici che vedevano in lui il poeta disimpegnato, il cortigiano chiuso nella contemplazione di sé e lontano dagli ideali politici e nazionali. Per questo lo avvicinavano all’Arcadia e gli contrapponevano Dante, estendendo alla produzione letteraria il giudizio negativo dato alla persona. I quattro Saggi sul Petrarca scritti da Foscolo fra il 1820 e il 1823 aprono la strada a un modo diverso e moderno di confrontarsi con il poeta e con la sua arte.

     

     

    Da Carducci a Contini

     

    In opposizione al critico Francesco De Sanctis che valuta la poesia di Petrarca da un punto di vista estetico, Carducci, nel suo commento all’edizione del Canzoniere (1899) è interessato a collocare i componimenti poetici nella storia e a riportare l’attenzione sul testo, perciò mette in nota le postille e le varianti ricavate dai manoscritti.

     

    Nel 1933 Benedetto Croce rivaluta l’interpretazione estetica e psicologica del Canzoniere fatta da De Sanctis; dall’altro lato Contini e la linguistica testuale studiano Petrarca negli aspetti linguistici, stilistici e metrici . Questi due punti di vista continuano a caratterizzare la critica attuale.

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