Pendolo

    Pendolo

    La parola deriva dalla sostantivazione dell’aggettivo pendulo (o pendolo) ‘che pende’. La prima attestazione è in Ristoro d’Arezzo (1282), ma l’introduzione della parola nel lessico scientifico si deve a Galileo che lo definì come ‘corpo sospeso a un filo e libero di oscillare intorno a un asse’. Galileo, attraverso esperimenti sempre più approfonditi, scoprì che il tempo di oscillazione non dipende dalla massa dell’oggetto sospeso né dall’ampiezza dell’oscillazione iniziale, ma solo dalla lunghezza del filo impiegato; scoprì poi la proprietà dell’isocronismo del pendolo (che è alla base del funzionamento degli orologi) per cui un pendolo compie un’oscillazione sempre nello stesso tempo. Un’altra fondamentale proprietà del pendolo fu scoperta più di due secoli dopo da Jean Foucault che, in un famoso esperimento pubblico nel 1851 (nel Panthéon a Parigi alla presenza di Napoleone), mostrò la costanza del piano di oscillazione del pendolo. Questo permise di verificare il moto di rotazione terrestre: il pendolo infatti percorse un giro completo in 32 ore (lo avrebbe percorso in 24 ore ai poli, le ore aumentavano in funzione della latitudine), ma in realtà era la terra che aveva girato, mentre il pendolo era rimasto orientato allo stesso modo rispetto alle stelle fisse.

     

    La parola pendolo resta patrimonio del lessico tecnico contemporaneo ed è entrato nell’uso comune, tanto che ha dato luogo al derivato pendolino che indica ‘l’elettrotreno ad alta velocità, le cui carrozze hanno un dispositivo che permette loro di oscillare per ammortizzare la forza centrifuga prodotta dall’elevata velocità’. In questa accezione pendolino è un italianismo attestato nel tedesco contemporaneo.

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