Pavese e PCI

    Afferma in proposito lo scrittore Davide Lajolo nel suo famoso libro di memorie Il vizio assurdo, dove parla dell'amicizia con Pavese e ne racconta la vita:

     

    La sua iscrizione al partito comunista oltre ad un fatto di coscienza corrispose certamente anche all'esigenza che sentiva di rendersi degno in quel modo dell'eroismo di Gaspare e degli altri suoi amici che erano caduti. Come un cercare di tacitare i rimorsi e soprattutto di impegnarsi almeno ora in un lavoro che ne riscattasse la precedente assenza e lo ponesse quotidianamente a contatto con la gente... Tentava con quel legame anche disciplinare, di rompere l'isolamento, di collegarsi, di camminare assieme agli altri. Era l'ultima risorsa alla quale si aggrappava per imparare il mestiere di vivere (Il vizio assurdo, Il Saggiatore, Milano, 1967)

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