Momento

    Tra le molte parole tratte dalla lingua comune e specializzate da Galileo (come, tra le altre, bilancetta, alone, impeto, forza, candore, macchia, meccanica, occhialino, taglia, vite), momento subisce una risemantizzazione che resterà nel lessico della fisica fino ai nostri giorni. Prima di Galileo la parola aveva il significato generico di ‘brevissimo spazio di tempo’ e la prima edizione del Vocabolario degli Accademici della Crusca (1612) registrava anche l’uso fraseologico cosa di momento con il significato di ‘cosa di importanza’. Galileo utilizza il termine nella sua accezione meccanica di ‘prodotto tra una grandezza e una distanza o quadrato di una distanza’ fin dalla prima edizione del suo Discorso intorno alle cose che stanno in su l’acqua (1612) e nella seconda edizione del Discorso ne dà la puntuale definizione di «quella forza, peso, o violenza, che acquistano i corpi gravi nel muoversi naturalmente verso il lor centro» che sarà poi quella inserita nella seconda edizione del Vocabolario (1623), con la specificazione che si tratta di una voce della meccanica.

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