Il mestiere di vivere (incipit e explicit)

Il diario di Pavese inizia il 6 ottobre 1935 con questa annotazione:

 

Che qualcuna delle ultime poesie sia convincente, non toglie importanza al fatto che le compongo con sempre maggiore indifferenza e riluttanza. Nemmeno importa molto che la gioia inventiva mi riesca qualche volta oltremodo acuta. Le due cose, messe insieme, si spiegano con l'acquisita disinvoltura metrica, che toglie il gusto di scavare da un materiale informe, e insieme interessi miei di vita pratica che aggiungono un'esaltazione passionale alla meditazione su certune poesie. (6 ottobre 1935)

 

il 18 agosto 1950 Pavese scrive le sue ultime parole.

 

La cosa più segretamente temuta accade sempre. Scrivo: o Tu, abbi pietà. E poi?

Basta un po' di coraggio.

Più il dolore è determinato e preciso, più l'istinto della vita si dibatte, e cade l'idea del suicidio.

Sembrava facile, a pensarci. Eppure donnette l'hanno fatto. Ci vuole umiltà, non orgoglio.

Tutto questo fa schifo.

Non una parola. Un gesto. Non scriverò più.

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