Le parlate ladine di alcune valli dolomitiche vengono fatte rientrare nel gruppo linguistico del “retoromanzo”; si tratta di dialetti che presentano alcune affinità con quelli confinanti (in particolare veneti e lombardi), ma che mantengono tratti di forte conservatività .
In Alto Adige oggi il ladino è parlato in Val Gardena e in Val Badia da 18.736 persone (secondo il censimento del 2001), nel Trentino invece si considera di lingua ladina solo la Val di Fassa fino a Moena. Spostandosi verso il veneto o verso la Lombardia la varietà ladina digrada progressivamente verso tratti veneti e lombardi. La parlata ladina è riconosciuta e tutelata solo nella provincia di Bolzano (quindi in Val Gardena e in Val Badia) che per ragioni storiche e amministrative rappresenta il nucleo più resistente e compatto nell’uso e nella promozione del ladino.
Il processo di autonomia dell’alto Adige ha quindi garantito forme di tutela per i Ladini bolzanesi, mentre le popolazioni tirolesi della provincia di Belluno (abitanti di Livinallongo, Colle Santa Lucia e Cortina d’Ampezzo) non hanno avuto il riconoscimento di minoranza etnico-linguistica; solo la Val di Fassa (in provincia di Trento) nel 1976 è stata inserita nel “comprensorio ladino”, con l’introduzione, dal 1987, delle scritte bilingui nella toponomastica, fino alla dichiarazione del ladino come lingua ufficiale della valle, introdotta anche nell’insegnamento nella scuola dell’obbligo.
Nel sito dell’Istituto Ladino delle Dolomiti è consultabile un dizionario ladino-italiano.