La "Gerusalemme Liberata": la rassegna dei principi cristiani

    Letteratura e teatro

    Tasso inizia la Gerusalemme Liberata indicandone l’argomento – la conquista di Gerusalemme da parte di Goffredo di Buglione (Canto l'arme pietose e 'l capitano/che 'l gran sepolcro liberò di Cristo) – quindi invoca la Musa della poesia e dedica il poema ad Alfonso d’Este (Tu, magnanimo Alfonso queste mie carte in lieta fronte accogli); infine ci presenta i protagonisti della vicenda, i principi cristiani e il loro condottiero, Goffredo di Buglione.

     

    Siamo nel sesto anno di guerra (già ‘l sesto anno volgea) e ormai sta per finire quel piovoso inverno che ha costretto a interrompere il combattimenti. Ed ecco che il Padre eterno, dall’alto dei cieli, volge gli occhi sui principi cristiani e – con quel guardo suo che dentro spia – coglie i loro sentimenti più profondi e segreti: la generosità di Goffredo di Buglione, che non si cura delle glorie terrene e desidera solo scacciare de la santa città gli empi pagani; la brama di potere (cupido ingegno) di suo fratello Baldovino; il tormento di Tancredi, che ha la vita a sdegno a causa di un amore non corrisposto (vano); il desiderio di gloria (brame ardenti) di Rinaldo, che secondo la leggenda diventerà capostipite della Casa d’Este.

     

    L’amore è il grande protagonista della Liberata: gli episodi più famosi del poema non raccontano imprese di guerra ma storie d’amore che coinvolgono e travolgono pagani e cristiani, eroi ed eroine, maghe e principesse. Sono passioni intense, a volte appaganti e felici – quella di Armida e Rinaldo – a volte non corrisposte – quella di Erminia per Tancredi – o destinate a una tragica conclusione – quella di Tancredi per Clorinda.

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