Il ragionier Ugo Fantozzi è il personaggio creato e interpretato da Paolo Villaggio, protagonista di una serie di film, tra cui i primi due, "Fantozzi" (1975) e "Il secondo tragico Fantozzi" (1976), diretti da Luciano Salce e sceneggiati dal regista insieme a Leo Benvenuti, Pietro De Bernardi e lo stesso Villaggio. Portato sul grande schermo in seguito al grande successo dell'omonimo libro pubblicato da Rizzoli nel 1971, Fantozzi "si è imposto immediatamente come il protagonista (al negativo) di un'Italia maldestra e ingorda, servile e ipocrita, disposta a tutto pur di non dispiacere ai propri superiori e disperatamente incapace di godere di quei simboli del benessere che insegue con altrettanta disperata determinazione" (Mereghetti, pag. 552). La saga di Fantozzi introduce un lessico "sospeso tra l'astrazione metaforica e le degenerazioni burocratiche, entrato immediatamente nel patrimonio comune degli italiani" (Mereghetti, pag. 553), con espressioni come "megadirettore galattico", "grand. uff. cav. lup. mann.", "salivazione azzerata", "lingua felpata", "com'è umano lei", una serie di congiuntivi aberranti ("venghi", "si siedi", "se ne vadi") e la celebre battuta sulla Corazzata Potëmkin, divenuta "la frase simbolo di chi si ribellava ai valori sclerotizzati imposti da un cultura ferma al passato" (Mereghetti, pag. 553). Il personaggio è divenuto figura emblematica dell'impiegato sottomesso e frustrato, tanto che i termini "fantozzi" e "fantozziano" indicano per antonomasia l'uomo "incapace, goffo e servile, che subisce continui fallimenti e umiliazioni, portato a fare gaffes e a sottomettersi ai potenti" (Vocabolario Treccani).
Fonte delle citazioni: "Dizionario dei film 1996", a cura di P. Mereghetti, Baldini & Castoldi, 1995, pagg. 552-553
Fonte dell'immagine: Mymovies.it