"Cigola la carrucola"

    Letteratura e teatro

    Nella poesia Cigola la carrucola, contenuta in Ossi di Seppia, Montale parla dei ricordi: a loro è affidata la speranza di poter riportare in vita il passato, di ritrovare i volti delle persone care che abbiamo perduto. Ma questa speranza è solo un’illusione perché la distanza che ci separa da ciò che è stato e da chi se n’è andato non può essere colmata. Riportare indietro il tempo trascorso, ritrovare i volti perduti è impossibile. La carrucola cigolante della speranza affonda nel pozzo del passato: solo per un attimo ciò che è stato riaffiora (l'acqua sale alla luce) ma è un'immagine incerta (trema un ricordo), destinata a svanire, a tornare estranea (appartiene ad un altro...), a precipitare di nuovo nelle buie profondità (atro fondo) del tempo. Per descrivere la dura realtà della vita e la disperante fragilità dei ricordi, Montale utilizza parole che si riferiscono a oggetti concreti, quotidiani (pozzo, carrucola, secchio, acqua) insieme a termini astratti e colti (atro, puro, evanescenti, cerchio, fondo)..

     

    Cigola la carrucola del pozzo
    l'acqua sale alla luce e vi si fonde.
    Trema un ricordo nel ricolmo secchio,
    nel puro cerchio un'immagine ride.
    Accosto il volto a evanescenti labbri:
    si deforma il passato, si fa vecchio,
    appartiene ad un altro...
    Ah che già stride
    la ruota, ti ridona all'atro fondo,
    visione, una distanza ci divide

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