Casa sul mare si trova in Meriggi e ombre, l'ultima sezione di Ossi di seppia. Il poeta è giunto alla casa sul mare, alla spiaggia sempre lambita da lente onde onde lente (che tentano gli assidui e lenti flussi). Il suo viaggio finisce qui. Il vento soffia debolmente (soffi leni), la foschia (pigri fumi) solo di rado lascia intravedere le isole che stanno di fronte (la Corsica dorsuta o la Capraia). Tutto si ripete inesorabilmente, come i giri di ruota della pompa che attinge l'acqua dal pozzo. Alla donna misteriosa che gli chiede se la vita dell'uomo sia vana e priva di significato (vanisce), il poeta vorrebbe dare certezze, indicare una sicura via di fuga, un varco per sfuggire all'oblio del tempo, ma può donarle solo la sua poca speranza (avara). L'infinito esiste per chi sa volerlo e immaginarlo e forse la donna ha già intrapreso da sola il nuovo, lungo viaggio verso l'eterno.
Per esprimere il desiderio di eternità , Montale, ispirandosi a Dante (Paradiso, canto IV, v. 28: De' Serafini colui che più s'india, diventa simile a Dio) crea una parola nuova: s'infinita.
ll viaggio finisce qui:
nelle cure meschine che dividono
l'anima che non sa più dare un grido.
Ora I minuti sono eguali e fissi
come I giri di ruota della pompa.
Un giro: un salir d'acqua che rimbomba.
Un altro, altr'acqua, a tratti un cigolio.
Il viaggio finisce a questa spiaggia
che tentano gli assidui e lenti flussi.
Nulla disvela se non pigri fumi
la marina che tramano di conche
I soffi leni: ed è raro che appaia
nella bonaccia muta
tra l'isole dell'aria migrabonde
la Corsica dorsuta o la Capraia.
Tu chiedi se così tutto vanisce
in questa poca nebbia di memorie;
se nell'ora che torpe o nel sospiro
del frangente si compie ogni destino.
Vorrei dirti che no, che ti s'appressa
l'ora che passerai di là dal tempo;
forse solo chi vuole s'infinita,
e questo tu potrai, chissà , non io.
Penso che per i più non sia salvezza,
ma taluno sovverta ogni disegno,
passi il varco, qual volle si ritrovi.
Vorrei prima di cedere segnarti
codesta via di fuga
labile come nei sommossi campi
del mare spuma o ruga.
Ti dono anche l'avara mia speranza.
A' nuovi giorni, stanco, non so crescerla:
l'offro in pegno al tuo fato, che ti scampi.
Il cammino finisce a queste prode
che rode la marea col moto alterno.
Il tuo cuore vicino che non m'ode
salpa già forse per l'eterno.