In una lettera all’amico Pandolfo Malatesta, Petrarca chiama nuge o nugelle – cose da poco – le rime del Canzoniere e nel sonetto che fa da proemio traduce con rime sparse – autonome, non organizzate – il termine fragmenta del titolo latino. In realtà gli autografi e i manoscritti documentano che il poeta dedicò grandissima attenzione a questi componimenti e che fin dall’inizio si propose di strutturali in un’opera unitaria, con una solida organizzazione interna e proprio per questo fortemente innovativa.