Asor Rosa su Poliziano e l'arte figurativa

    Così scrive Asor Rosa:

     

    Siamo di fronte, né più né meno, al travestimento classicheggiante della contemporaneità. [...] Il culto dell'antico è in questa età talmente forte da indurre letterati e poeti a proiettare le vicende contemporanee su questi fondali scenici anche un po' ingenuamente artificiosi e, in un certo senso, ad allegorizzare il presente, non più però alla maniera di Dante, bensì utilizzando il bagaglio mitologico della civiltà classica: Giuliano è Iulo, Simonetta una ninfa, Amore e Venere gli dei ex machina della vicenda. Tutto ciò, beninteso, con la leggerezza elegante, e scarsamente impegnativa, propria di una mentalità ben consapevole di sé e della natura fondamentalmente letteraria di tale operazione. Qualcosa di simile veniva compiendo nelle arti figurative un pittore come Sandro Botticelli, quasi coetaneo di Poliziano.

     

    [Alberto Asor Rosa, Storia europea della letteratura italiana. Vol. I – Le origini e il Rinascimento, Torino, Einaudi, 2009.]

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