L’Arts and Crafts Movement (movimento delle arti e dei mestieri) muove dal pensiero di Augustus Pugin che enfatizza lo stile gotico: unico ad accogliere i principi della cristianità e quindi di purezza e onestà . A tale assunto si collega John Ruskin, per cui il nuovo stile dovrà nascere sulle orme di quello medievale, caratterizzato dalla semplicità del lavoro dell'uomo e perciò idealmente contrapposto alla freddezza impersonale di quello industriale. E proprio di Ruskin fu allievo William Morris.
Il movimento Arts and Crafts ha la sua patria nell’Inghilterra dell’epoca vittoriana (1837-1901), ma il suo inserirsi così profondamente nel sentimento di trasformazione economico-sociale indotto dalla rivoluzione industriale, ha portato i suoi presupposti ad articolarsi in tutta Europa (e nella giovane America “colonia culturale” del Vecchio Continente), plasmandosi nelle storie artistiche e sociali dei vari paesi con differenze stilistiche e tempistiche spesso profonde, percepibili già nel nome con cui si identificano: Jugendstil in Germania, Art Nouveau in Francia e Belgio, Modernismo in Spagna, Secessione in Austria, Liberty in Italia, a cui si aggiungono forme intra-nazionali, come il Glasgow movement di Charles Rennie Mackintosh, o il “caso” Gaudì a Barcellona. Comune ad ognuno il desiderio di esprimersi creativamente in maniera “artigianale”, riscoprendo nel termine la positività di arte individuale di memoria medievale. I manufatti realizzati all’interno di tali movimenti sono infatti molto vari e riconoscibili fra loro, sottolineando la singola personalità degli artisti. Non dimentichiamo che nello stesso periodo, la seconda metà dell’ottocento, nel campo dell’abbigliamento si afferma la personalità dell’anglo-francesizzato Worth, prototipo dello stilista di moda, così come i vari Morris, Mackintosh, Horta e Hoffmann, senza far torto a tutti gli altri, sono da considerarsi i primi designer (anche gli artigiani della Wiener Werkstatte apponevano il proprio nome su gli oggetti da loro disegnati, proprio come faceva Worth). D’altra parte il concetto di “arte totale”, con l’idea di abbattere le barriere fra “arti nobili” e “arti applicate”, porta ogni progettista a cimentarsi in maniera trasversale rispetto ai “generi”: non sorprende quindi trovare un Gustav Klimt a disegnare, fra un ritratto e l’altro, gli abiti per la sua compagna Emilie Flöge o, ancora prima, il pittore-poeta italo-britannico Dante Gabriel Rossetti e Edward Burne-Jones a dipingere vetrate, arazzi e carte da parati per gli arredi “coordinati” della ditta di Morris, tutti e tre profondamente legati dalla Confraternita Preraffaellita, nata proprio in nome delle Corporazioni medievali e delle botteghe rinascimentali, che ebbero il loro “canto del cigno” appunto con l’arte di Raffaello. In realtà dietro un calderone pseudo storico che unisce Dante a Shakespeare, Beato Angelico a Michelangelo, si cela il sentimento romantico, teso fra spiritualismo e edonismo, speculazione e azione, ma comunque paladino della libera immaginazione: «L'immaginazione non è uno stato mentale: è l'esistenza umana stessa», sosteneva William Blake, artista “profetico” e visionario, che per comporre i suoi libri miniati inventò l'acquaforte a rilievo, divenuta in seguito un importante metodo di stampa commerciale.
Proprio il teso dialogo (quand’anche scontro) fra le istanze positiviste e ingegneristiche dell’industrializzazione e la poetica naturalista del creatore-artigiano, fu capace di generare una vitalità così profonda, nelle arti quanto nel progresso della società . Morris stesso fu tra i primi a lavorare con Karl Marx e Friedrich Engels per diffondere il movimento socialista in Inghilterra. Nemico della produzione in serie di stampo industriale, Morris utilizzava e sperimentava tecniche particolari: come per le sue stoffe, per cui usava tinte naturali e procedimenti scoperti su un libro del XVI secolo, o traeva ispirazione da erbari medievali per le carte da paratie i tessuti. Ciò non gli impedì di strutturare in modo produttivamente razionale l'azienda Morris, Marshall, Faulkner & Co, fondata nel 1861 proprio con Rossetti e Burne-Jones oltre a Madox Brown e Webb. L’azienda ha poi cambiato nome con l’avvicendarsi dei soci, ma i motivi qui creati rappresentano ancora un rinomato marchio, concesso su licenza alla Sanderson and Sons e a Liberty&Co., che dà il nome anche al movimento italiano, diventato uno dei più prestigiosi negozi di Londra.