6.2 Lo sviluppo del romanzo

A partire dalla pubblicazione della prima edizione dei Promessi sposi (1827), si assiste a una vera e propria fioritura del genere del romanzo: in tutte le sue varie accezioni e sfumature (storico, sentimentale, rusticale, psicologico…), conquistò rapidamente il gusto del pubblico più largo.

Le confessioni d’un italiano di Ippolito Nievo (1867, postumo), nel quale le vicende personali e psicologiche del protagonista si intrecciano con avvenimenti politici e sociali della storia, già anticipano le caratteristiche del romanzo contemporaneo. Nella seconda metà dell’Ottocento, anche per l’influenza di modelli europei (francesi: Balzac, Zola, Flaubert; russi: Dostoievskij e Tolstoj; inglesi: Dickens), la svolta “verista” (Verga, Capuana, De Roberto) trasformerà nuovamente la struttura del romanzo e la sua tecnica narrativa.

Parallelamente idee e spinte diametralmente opposte, irrazionali, sviluppatesi in una complessa varietà di temi e tendenze all’interno del movimento letterario del “decadentismo” parigino (il mistero, l’estetismo, la malattia, la follia, la morte…), negli ultimi due decenni dell’Ottocento, sconfinando anche nel primo Novecento, esercitarono forti suggestioni sulla produzione poetica e in prosa di alcuni scrittori italiani, in particolare quella di Gabriele D’Annunzio, ma anche di Italo Svevo e Luigi Pirandello, i quali tuttavia svilupperanno queste suggestioni superandole e approdando a più consapevoli intuizioni sull’“io” prossime alle future scoperte della moderna psicanalisi.

Di rilievo anche la produzione a carattere memorialistico (autobiografie, diari, memorie): il testo più famoso è Le mie prigioni di Silvio Pellico (1832) in cui la difficile vicenda personale, sorretta da una solida impostazione ideologica, è ricostruita con abilità narrativa.

La diffusione della stampa periodica e l’estendersi dell’istruzione favoriscono la nascita della critica e della storiografia letteraria nella loro accezione moderna; la prima con la funzione di “mediazione” tra gli autori e il loro pubblico, la seconda, che si pone in una nuova ottica legando lo sviluppo della civiltà letteraria allo svolgersi delle vicende storiche, politiche e sociali (si ricorda il monumento della Storia della letteratura italiana di Francesco De Sanctis, pubblicata nel 1871-71).