Nel panorama culturale italiano il passaggio dal Sei al Settecento è segnato dalla fondazione dell’Accademia dell’Arcadia (1690), nata dal “circolo” dei letterati che gravitavano intorno alla residenza romana della regina Cristina di Svezia: all’interno di una pratica di evasione che rinvia al mondo fittizio della poesia pastorale (l’Arcadia, appunto, con evidente richiamo all’omonimo romanzo in versi del napoletano Iacopo Sannazaro), il recupero del linguaggio e dei generi poetici classici, insieme a un rinnovato culto della forma e della misura, restaureranno un modello “aureo” di poesia che godrà di enorme fortuna in tutta Italia. Fra i molti seguaci (Carlo Innocenzo Frugoni, Giambattista Felice Zappi, Paolo Rolli, ecc.), l’Arcadia troverà l’espressione più eccellente nell’opera teatrale di Pietro Metastasio (1698-1782).