Moda [mò-da] s.f.
(Da: Sabatini Coletti, Dizionario della Lingua Italiana)
“È possibile individuare una seconda fase rilevante per la storia della moda, se non una possibile data di nascita ufficiale, tra il XVI e il XVII secolo, quando fa la sua comparsa la parola «moda», mutuata probabilmente dal francese «mode», diffusosi nella penisola italica, assieme alle mode francesi. In Italia il primo ad impiegare il lemma «moda» è comunemente ritenuto l’abate milanese Agostino Lampugnani, autore nel 1648 di un testo intitolato Carrozza da Nolo overo Del vestire e usanze alla Moda. Più o meno negli stessi anni il Vecellio definiva «la cosa degli habiti» il fenomeno della moda caratterizzato, come lui era ben consapevole, da continui mutamenti. Altra derivazione possibile è dal latino «modus», con il richiamo a misura, moderazione, regola, tempo, ritmo, in un’epoca in cui il fenomeno dell’esibizione di vesti ed ornamenti aveva cominciato a farsi vistoso. Sta di fatto che nel Seicento la parola «moda» appare nei titoli e nei testi di molti autori a indicare una sorta di frenesia nell’adeguarsi agli ultimi, anzi ultimissimi usi. Non era un’esperienza inedita, ma si presentò a quel tempo in forma molto più accentuata rispetto al passato. Inedita era invece la consapevolezza che il fenomeno fosse sfuggito al controllo di quanti volevano ricondurre le apparenze a una forma di segnaletica sociale distintiva, politicamente governata. Prima della comparsa del termine «moda» si parlava di nuove fogge, di usi, di costumi e si definivano «foggiani» i cultori delle novità in fatto di abbigliamento. Dalla Francia del XV secolo il nuovo termine passò, oltre che in Italia, in Olanda e in Germania.”
(da: Maria Giuseppina Muzzarelli, Breve storia della moda in Italia, Bologna, il Mulino)