Prima che i governi sottoscrivessero il valore della moneta, di carta o metallo, un mercante avrebbe scambiato i suoi prodotti solo con denaro che possedesse un valore reale in oro o argento. Serviva però un’ampia gamma di monete per far fronte alle spese grandi e piccole.
Il fiorino (con i coevi genovino e zecchino) fu una delle prime monete d'oro coniate in Italia dopo la caduta dell'Impero Romano. L'utilizzo dell'oro nella monetazione europea divenne possibile con la ripresa dei commerci con il Nordafrica da cui arrivava la maggioranza dell'oro utilizzato per le monete e il commercio.
Il nome “fiorino” deriva dal fior di giglio rappresentato al dritto della moneta. Sul rovescio fu inciso il patrono della città San Giovanni in piedi: politica e preghiera fuse assieme.
Agli inizi del ’200, a Firenze come in molte altre città dell’Europa occidentale, si usava ancora il denaro d’argento creato con le riforme di Carlo Magno, ma si doveva integrarne lo scarso valore con monete più pregiate provenienti da Lucca e Siena, mentre lo sviluppo incalzante dell’economia richiedeva una valuta più adatta alle grandi transazioni. Così nel 1237 nacque la Zecca di Firenze, un servizio fornito ai privati cittadini che acquistavano oro in lingotti o monete estere e lo convertivano in fiorini pagando una piccola percentuale di commissione. Nel 1252 fu avviato il conio del fiorino d’oro, di valore pari a 20 soldi (o una lira), in oro puro 24 carati del peso di 3,53 g, che oggi varrebbe 110 euro o 150 dollari. Il potere d'acquisto elevatissimo della moneta esigeva l'uso di vari sottomultipli, quali il fiorino d'argento (detto anche grosso o popolino, pari ad 1/20 del fiorino d'oro, poi svalutato fino a 1/150 nella seconda metà del XVI sec.) ed il fiorino di rame, detto "fiorino nero" per il colore assunto col passare del tempo, del valore di 1/240 del suo multiplo aureo, ossia 1/12 del fiorino d'argento. Questa suddivisione si rifaceva al sistema monetario introdotto da Carlo Magno (1 lira = 20 soldi = 240 denari) e il primo fiorino d'oro valeva appunto una lira.
Nel XIII secolo e fino al rinascimento il fiorino, grazie alla crescente potenza bancaria di Firenze, era già in uso in tutta Europa, divenendone alla fine del secolo la moneta di scambio preferita, sia come moneta reale che come valuta di conto. Una risorsa importante per i locali mercanti e banchieri e che conferì grande prestigio alla città , divenuta così ricca che tra il 1344 e il 1351 erogò più di 100.000 fiorini all’anno.