11. Giambattista Tiepolo

Arti
Giambattista Tiepolo, Apollo e i quattro continenti, particolare, 1752-1753

Protagonista indiscusso della pittura veneziana del Settecento, artista fra i più acclamati nell’Europa del Settecento, Tiepolo nasce a Venezia nel 1696. Nel 1710 circa il giovane entra come apprendista nella bottega del pittore Gregorio Lazzarini che gli trasmette il gusto per composizioni grandiose e teatrali; Giambattista guarda però con interesse anche a Piazzetta e ai grandi maestri del Cinquecento veneziano. La sua attività come pittore indipendente a Venezia è subito intensa: fra le opere più impegnative, si ricordano, fra il 1724 e il 1725, la decorazione della cappella di S. Teresa nella chiesa degli Scalzi e gli affreschi con il Trionfo dell’eloquenza in Palazzo Sandi, dove adotta uno schema compositivo che sarà caratteristico di tutta la sua produzione, sperimenta la decorazione illusionistica di vasti spazi e inizia a schiarire la sua gamma cromatica, inizialmente vicina alla pittura “tenebrosa” di Federico Bencovich e Giambattista Piazzetta. Esegue in questo stesso periodo l’Alessandro e Campaspe nello studio di Apelle (Montreal, Museum of Fine Arts, 1725-1726), in cui Apelle ha le sembianze di Tiepolo e Campapse quelle di sua moglie Cecilia, sorella del pittore Francesco Guardi, sposata nel 1719, che gli darà nove figli.

 

Il culmine dell’attività giovanile è rappresentato dagli affreschi nel Palazzo Arcivescovile di Udine, commissionati dal patriarca di Aquileia Dioniso Dolfin, che raffigurano Storie bibliche e la Caduta degli angeli ribelli. Questo primo ciclo decorativo di ampio respiro, sancisce l’impiego di gamme cromatiche tenere e luminose, e testimonia l’abilità del pittore nell’organizzazione di complessi impianti spaziali sul modello di Paolo Veronese. La crescente popolarità procura a Tiepolo svariate commissioni fuori Venezia. Nel 1731 a Milano affresca Palazzo Archinto (decorazione distrutta durante la seconda guerra mondiale) e Palazzo Dugnani. Seguono gli affreschi con Scene della vita di S. Giovanni Battista nella cappella Colleoni del duomo di Bergamo (1732) e le figure allegoriche di Villa Loschi Zilieri presso Vicenza, tratte dall’Iconologia di Cesare Ripa.

 

Importante è anche la produzione di pale d’altare e di dipinti con soggetto mitologico, come l’Immacolata Concezione per la chiesa vicentina dell’Aracoeli (Vicenza, Museo Civico, 1733) e Danae e Giove (Stoccolma, Universitet Konsthistoriska Institutionen, 1736). A Venezia Tiepolo esegue ancora gli affreschi del soffitto della chiesa dei Gesuati e per la chiesa di S. Alvise. La decorazione ad affresco di Palazzo Clerici a Milano, con il Carro del sole (1740), rappresenta una dei maggiori esempi della fantasia decorativa e del virtuosismo illusionistico del maestro veneziano che inaugura così un decennio di intensa attività culminato nei perduti affreschi della chiesa degli Scalzi a Venezia con il Miracolo della Santa Casa di Loreto (1743-1744) e nelle otto tele della Scuola grande del Carmine a Venezia (1739-1743), la più nota delle quali è senza dubbio l’Apparizione della Madonna del Carmine al beato Simone Stock.

 

Nel 1743 Tiepolo entra in contatto con Francesco Algarotti, giunto a Venezia per acquistare dipinti per conto del re di Sassonia Augusto III; su commissione di Algarotti esegue il Banchetto di Antonio e Cleopatra, ora a Melbourne, il Trionfo di Flora e Mecenate presenta ad Augusto le Arti (San Francisco, M. H. de Young Memorial Museum). Dal 1747 al 1750 l’artista è impegnato nella spettacolare decorazione di Palazzo Labia a Venezia dove affresca Storie di Antonio e Cleopatra assieme al quadraturista Girolamo Mengozzi Colonna, dando vita a splendide scene affollate di personaggi in abiti contemporanei che si snodano entro architetture aperte sul cielo. Nel 1750, assieme ai figli Giandomenico e Lorenzo, si trasferisce a Würzburg per affrescare la residenza del principe-vescovo Carl Phillipp von Greiffenklau. La decorazione, cui collabora anche Mengozzi Colonna, è condotta con prorompente vitalità e sbalorditivi effetti compositivi e cromatici, contraddistinti dall’esaltante luminosità dei cieli. Rientrato a Venezia nel 1753, Tiepolo riceve svariate commissioni, la più importante delle quali è la decorazione di villa Valmarana, presso Vicenza (1757). Anche qui il pittore segue un preciso programma iconografico con temi tratti dall’Iliade e dall’Eneide, Orlando furioso e Gerusulamme liberata, sempre in collaborazione con Mengozzi Colonna. A Valmarana, e soprattutto nella foresteria della villa, è pienamente riconoscibile la mano di Giandomenico, non più semplice collaboratore del padre ma artista autonomo dal linguaggio antiretorico e realistico, con spiccata propensione per le scene di genere osservate con ironica e divertita partecipazione.

 

Di nuovo a Venezia, Tiepolo dipinge fra l’altro a  Ca’ Rezzonico due soffitti allegorici e a Stra presso Vicenza, a Villa Pisani, il soffitto con l’Apoteosi di casa Pisani (1761-1762), in cui rinuncia alle ripartizioni architettoniche e lascia alla luce il compito di unificare figure e ed episodi. Nel 1762 il pittore si trasferisce a Madrid, assieme ai figli Giandomenico e Lorenzo. Spende gli ultimi anni della propria vita nella decorazione del nuovo palazzo Reale di Carlo III. Conclusa l’impresa nel 1767 e realizzate alcune pale d’altare per chiese spagnole, Tiepolo muore improvvisamente a Madrid nel marzo 1770. I suoi resti, deposti nella chiesa di San Martin, sono andati perduti a causa della distruzione della chiesa. Saranno pubblicate postume le raffinate raccolte di acqueforti dei Capricci e degli Scherzi, pietra miliare nel campo della stampa calcografica.

 

Bibliografia: M. Gemin, F. Pedrocco, Giambattista Tiepolo. I dipinti. Opera completa, Venezia, Arsenale, 1993; Giambattista Tiepolo nel terzo centenario della nascita. Atti del Convegno internazionale di studi (Venezia-Vicenza-Udine-Parigi, 29 ottobre-4 novembre 1996), a cura di L. Puppi, Padova, Il Poligrafo,1998;  A. Mariuz, Le storie di Antonio e Cleopatra. Giambattista Tiepolo e Girolamo Mengozzi Colonna a Palazzo Labia, Venezia, Marsilio, 2004;  A. Mariuz, Tiepolo, a cura di G. Pavanello, Verona, Cierre Edizioni, 2008.

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