Cronologia

La nascita di Sannazaro

1457

Jacopo Sannazaro nasce a Napoli; il padre appartiene a una nobile famiglia proveniente da San Nazzaro de’ Burgundi, in provincia di Pavia, la madre è una nobile salernitana.

Muore il padre

1462

Il padre di Jacopo muore e la famiglia, a causa delle precarie condizioni finanziarie, è costretta a trasferirsi presso i parenti della madre, nella campagna vicino a Salerno; nelle Elegie (III, 2) il poeta dichiarerà di essersi ispirato a quei luoghi per l’atmosfera e i paesaggi descritti nell’Arcadia[1], il suo capolavoro letterario.



[1] Jacopo Sannazaro, Arcadia, Introduzione e commento di Carlo Vecce, Roma, Carocci, 2013

Gli studi

1473 - 1474

Jacopo fa ritorno a Napoli, dove studia retorica e poetica sotto la guida dei maestri Giuniano Maio e Lucio Crasso, membri dell’Accademia Pontaniana[1]. Grazie a loro, Jacopo conosce Giovanni Pontano che subito lo apprezza e lo accoglie nell’Accademia con il nome di Actius Syncerus (Azio Sincero).



[1] L’Accademia Pontaniana, nata dopo l'arrivo a Napoli di Alfonso d'Aragona (1443), dopo alterne vicende storiche, prosegue tuttora a Napoli la sua attività. Fondata dall’umanista Antonio Beccadelli con lo scopo di coltivare le scienze, le lettere e le arti, l'Accademia inizialmente portava il nome di Porticus Antonianus (Portico di Antonio). Giovanni Pontano, successore di Beccadelli, dette all’Accademia un carattere più definito e ufficiale. Le riunioni si svolgevano in casa di Pontano, presso la sua villa di Antignano sulla collina del Vomero o nel tempietto che l' umanista aveva fatto costruire nel 1492 nell'attuale via Tribunali. Durante gli incontri accademici si trattavano temi letterari, teologici ma anche geografici e si leggevano i classici e la Bibbia.

Le prime poesie

1480 - 1494

Compone alcune poesie di argomento pastorale che costituiranno il nucleo dell’Arcadia. In questo periodo entra a far parte della corte di Alfonso d’Aragona, duca di Calabria.

Alla corte del re di Napoli

1496 - 1498

Stringe amicizia con Federico d’Aragona che, una volta divenuto re di Napoli, lo accoglie alla sua corte dove godrà sempre di grande considerazione e prestigio. Diventa padrino di uno dei figli di Federico e riceve in dono dal re una splendida villa a Mergellina.

Un vero amico

1501

A causa di alcuni sconvolgimenti politici, Federico d’Aragona è costretto all’esilio. Sannazaro, da vero amico, vende molti dei suoi beni, li dona al re e lo segue nell’esilio in Francia; farà ritorno a Napoli solo dopo la morte del sovrano, nel 1504.

Vita serena a Mergellina

1505

Si stabilisce nella villa di Mergellina e s’innamora, ricambiato, della gentildonna Cassandra Marchese, conosciuta prima dell’esilio. Da questo momento in poi Sannazaro trascorrerà una vita serena, dedicandosi alla studio, alla composizione delle opere in latino e alla costruzione della piccola chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina che prende il nome dal poema De partu Virginis (Il parto della Vergine), la sua più importante opera in latino.

La morte

1530

24 aprile 1530 – Muore serenamente nella sua villa di Mergellina e viene sepolto nella chiesa da lui costruita.