Jacopo Sannazaro nasce a Napoli; il padre appartiene a una nobile famiglia proveniente da San Nazzaro de’ Burgundi, in provincia di Pavia, la madre è una nobile salernitana.
La nascita di Sannazaro
Jacopo Sannazaro nasce a Napoli; il padre appartiene a una nobile famiglia proveniente da San Nazzaro de’ Burgundi, in provincia di Pavia, la madre è una nobile salernitana.
Muore il padre
Il padre di Jacopo muore e la famiglia, a causa delle precarie condizioni finanziarie, è costretta a trasferirsi presso i parenti della madre, nella campagna vicino a Salerno; nelle Elegie (III, 2) il poeta dichiarerà di essersi ispirato a quei luoghi per l’atmosfera e i paesaggi descritti nell’Arcadia[1], il suo capolavoro letterario.
Gli studi
Jacopo fa ritorno a Napoli, dove studia retorica e poetica sotto la guida dei maestri Giuniano Maio e Lucio Crasso, membri dell’Accademia Pontaniana[1]. Grazie a loro, Jacopo conosce Giovanni Pontano che subito lo apprezza e lo accoglie nell’Accademia con il nome di Actius Syncerus (Azio Sincero).
[1] L’Accademia Pontaniana, nata dopo l'arrivo a Napoli di Alfonso d'Aragona (1443), dopo alterne vicende storiche, prosegue tuttora a Napoli la sua attività . Fondata dall’umanista Antonio Beccadelli con lo scopo di coltivare le scienze, le lettere e le arti, l'Accademia inizialmente portava il nome di Porticus Antonianus (Portico di Antonio). Giovanni Pontano, successore di Beccadelli, dette all’Accademia un carattere più definito e ufficiale. Le riunioni si svolgevano in casa di Pontano, presso la sua villa di Antignano sulla collina del Vomero o nel tempietto che l' umanista aveva fatto costruire nel 1492 nell'attuale via Tribunali. Durante gli incontri accademici si trattavano temi letterari, teologici ma anche geografici e si leggevano i classici e la Bibbia.
Le prime poesie
Compone alcune poesie di argomento pastorale che costituiranno il nucleo dell’Arcadia. In questo periodo entra a far parte della corte di Alfonso d’Aragona, duca di Calabria.
Alla corte del re di Napoli
Stringe amicizia con Federico d’Aragona che, una volta divenuto re di Napoli, lo accoglie alla sua corte dove godrà sempre di grande considerazione e prestigio. Diventa padrino di uno dei figli di Federico e riceve in dono dal re una splendida villa a Mergellina.
Un vero amico
A causa di alcuni sconvolgimenti politici, Federico d’Aragona è costretto all’esilio. Sannazaro, da vero amico, vende molti dei suoi beni, li dona al re e lo segue nell’esilio in Francia; farà ritorno a Napoli solo dopo la morte del sovrano, nel 1504.
Vita serena a Mergellina
Si stabilisce nella villa di Mergellina e s’innamora, ricambiato, della gentildonna Cassandra Marchese, conosciuta prima dell’esilio. Da questo momento in poi Sannazaro trascorrerà una vita serena, dedicandosi alla studio, alla composizione delle opere in latino e alla costruzione della piccola chiesa di Santa Maria del Parto a Mergellina che prende il nome dal poema De partu Virginis (Il parto della Vergine), la sua più importante opera in latino.
La morte
24 aprile 1530 – Muore serenamente nella sua villa di Mergellina e viene sepolto nella chiesa da lui costruita.