Otto Dix, "Metropolis", 1927-28

Otto Dix, "Metropolis", 1927-28

Nel trittico Metropolis, del 1927-28, Otto Dix raffigura con satira cruda e ”apocalittica” la corrotta repubblica di Weimar. L’opera può fungere da preambolo al successivo “trittico della guerra”: opere di ampio respiro (che portano alla mente la potenza espressionistica di Matthias Grünewald nel cinquecentesco Polittico di Isenheim), che affrontano simbolicamente, tra incubo e sarcasmo i temi dell'ipocrisia sociale, della degenerazione dei costumi e della violenza, come era tipico dell’Espressionismo e del Dadaismo tedeschi, movimenti ai quali fu legato e che interpretavano, come spesso fa l’arte, i timori e i sentimenti più reconditi della gente. Questi artisti furono bollati come “degenerati” dal potere nazista salito al potere nel 1933, sollevati dagli incarichi di insegnamento e impediti a esporre le proprie opere: alcune di queste furono poi esibite nel 1937 all’esposizione nazista d’arte degenerata e quindi bruciate. Fortunatamente molte se ne salvarono e restano ancora oggi, potenti testimonianze della cultura viva di un periodo storico ricco di contraddizioni.

 

Fonte: Wikipaintings

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