Il teatro in lingua italiana

Letteratura e teatro

Pirandello intensifica l’impegno nel teatro in lingua a partire dal 1916 circa. Nelle commedie di questo periodo, l’unità dell’individuo si sgretola in molteplici apparenze, o maschere, che la realtà di volta in volta gli impone. I drammi più riusciti sono costituiti da incastri perfetti di situazioni e di dialoghi che sfiorano una maniacale crudeltà, manifestando quel senso di “tortura” che anima i rapporti di Pirandello con la realtà e con la scrittura.


I personaggi appaiono sempre di più delle marionette scisse tra le contraddizioni dei ruoli che rivestono all’interno di rapporti affettivi e matrimoniali deviati, in un processo commisto di comico e di tragico. È questo un tipo di teatro a cui si addice la definizione di “grottesco”, usata per una serie di significative composizioni teatrali prodotte intorno agli anni della prima guerra mondiale. Tra le opere principali, ricordiamo Pensaci, Giacomino! (nella traduzione in lingua fatta dall’autore della precedente versione in dialetto), Così è (se vi pare), Ma non è una cosa seria, L’uomo, la bestia e la virtù e soprattutto Il giuoco delle parti (1918). Il dramma porta all’estremo al contrapposizione tra il personaggio di Leone Gala, dominato da un arido distacco rispetto alla vita e ai sentimenti, e la moglie di lui, Silia, una donna immediata e irrazionale, dalla quale è separato pur continuando a sostenere la parte del marito. Seguiranno, nel 1920, drammi nei quali la prospettiva grottesca tende a stemperarsi: Tutto per bene, Come prima, meglio di prima, La signora Morli, una e due. Ma il capolavoro indiscusso di Pirandello, rappresentato con grande successo nei principali palcoscenici internazionali, è Sei personaggi in cerca d’autore, scritto tra il 1920 e il 1921.

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