È l’ultimo romanzo di D’Annunzio, scritto fra il 1909 e il 1910, ricco di riferimenti autobiografici come la passione per il volo e la storia d’amore dai risvolti drammatici con Giuseppina Mancini, moglie infelice del conte Lorenzo, proprietario di numerosi vigneti in Toscana.
Il protagonista maschile, Paolo Tarsis, è un provetto aviatore e uno spericolato automobilista; Isabella Inghirami, bellissima, sensuale e drammaticamente combattuta fra ragione e istinto, finisce per impazzire, come accadde nella realtà all’amante di D’Annunzio. Il romanzo è ambientato a Volterra, dove abitano gli Inghirami, una città costruita sopra a giganteschi precipizi scoscesi (le balze) che fanno da sfondo a legami incestuosi, suicidi, tormenti e gelosie destinati a condurre alla rovina tutti i personaggi. Solo Paolo – che cerca la morte a bordo del suo aereo – riuscirà a salvarsi e ad atterrare sulle coste della Sardegna, compiendo un’impresa memorabile e straordinaria.
D’Annunzio aveva narrato gli ultimi giorni della sua storia d’amore con Giuseppina Mancini (da lui chiamata Giusini o Amaranta) in un diario dal titolo Solus ad solam che andava dall’8 settembre al 5 ottobre 1908. Anni dopo, nel 1915, a Roma, alla vigilia dell’entrata in guerra, D’Annunzio incontrò di nuovo Giuseppina e le fece dono del diario; fu lei a consentirne la pubblicazione nel 1939.