È un’opera in latino, dedicata a Mainardo Cavalcanti, alto funzionario del regno di Napoli e amico di Boccaccio. Lo scrittore immagina che donne e uomini illustri, a partire da Adamo per giungere fino ai suoi contemporanei, si presentino a lui per narrare le proprie tragiche vicende. La sorte, prima ha dato a questi personaggi potenza, gloria e felicità , poi li ha precipitati nel dolore e nella rovina. Le ombre, che si susseguono in ordine cronologico, appartengono alla Bibbia (come Adamo), alla storia passata (come Attilio Regolo e Nerone), all’età in cui vive Boccaccio (come Gualtieri, Conte di Brienne, Duca di Atene e Podestà di Firenze). Tutti travolti dalla sfortuna che però, scrive Boccaccio all’inizio del III libro, non è dovuta al caso ma viene generata dall’animo umano pieno di difetti e miserie.