Indietro (T. Ferro – I. Fossati), 2008

Arti
Tiziano Ferro. Foto di Lo Mejor de Aquí y de Allí 2012. Fonte: Flickr

La storia di Tiziano Ferro sembra tratta da quei film in cui il protagonista, pieno di talento, lotta contro tutto e contro tutti per affermarsi. Nato nel 1980 a Latina da una famiglia di origine veneta, come spesso accade nel territorio agropontino, papà geometra, mamma casalinga, comincia giovanissimo a tentare la strada della musica. Fa esperienze in un coro, di doppiatore, di speaker nelle radio locali, è studente brillante, ma ogni approccio al mondo discografico (compreso quello dell’Accademia di Sanremo), fallisce, e anzi viene scoraggiato a proseguire nei suoi intenti. Saranno i produttori Salerno e Maionchi ad intuirne le qualità e procurargli il contratto con la Emi. Dal 2001 in poi la carriera di Tiziano decolla, fino ad approdare al mercato internazionale e ad essere considerato una stella del pop mondiale.

La sua attività di autore lo porta a lavorare anche con artisti come Carmen Consoli, Franco Battiato, Ivano Fossati, i Linea 77 e molti altri, per cui scriverà dei pezzi, o con cui inizierà delle collaborazioni. Interprete intenso (toccante la sua Le Passanti di Brassens nell’omaggio postumo a De Andrè), è arrivato a duettare tra gli altri anche con Mina in Cuestion de feeling (2007), con Mary J. Blige e con Raffaella Carrà, a cui dedicherà una canzone. L’adolescente timido, impacciato, bulimico, attraverso la musica si è liberato dei suoi problemi (non ultimo il coming-out del 2010, affidato all’uscita della sua biografia ufficiale Trent’anni e una chiacchierata con papà), e il tema del disagio interiore e del disadattamento saranno spesso nei testi delle sue canzoni.

 

Indietro, scritta con Ivano Fossati nel 2008, interpreta bene l’anima veramente pop delle canzoni di Ferro, dove la musica orecchiabile e melodica, ma non banale, si unisce al testo sofisticato, con un lessico scelto, contemporaneo, che crea immagini originali. Si comincia con un gioco di parole Chiedo tu cambi tutta la mia vita, ora./ Ti do questa notizia in conclusione./ Notizia è l’anagramma del mio nome, per continuare su questo tema con L’amore va veloce e tu stai indietro. Il centro della composizione è sicuramente in questo paragonare la relazione amorosa a qualcosa di militare e geometrico: Ricevo il tuo contrordine speciale. Nemico della logica morale. Opposto della fisica normale. Geometria degli angoli nascosti, nostri, con un linguaggio in cui rintracciamo anche figure retoriche come allitterazioni, rime baciate, assonanze.

Anche l’accostamento sostantivo/aggettivo non è scontato (contrordine/speciale - logica/morale - fisica/normale - segreto/opposto) e costruisce immagini al di là del significato. Una canzone tutta visiva: cerco, lo vedo – guardo, lo vedo – se cerchi, mi vedi perché Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai. Il saper ricreare una dimensione molto intima, anche nelle canzoni a tema più personale, in cui Tiziano racconta episodi della sua vita, è una delle qualità di questa scrittura, che restituisce valore al classico ritornello pop, in cui cuore fa rima con dolore (Mancano i colpi al cuore/ Quel poco tanto di dolore).


Io voglio regalarti la mia vita.
Chiedo tu cambi tutta la mia vita, ora.
Ti do questa notizia in conclusione.
Notizia è l’anagramma del mio nome, vedi.
E so che serve tempo, non lo nego.
Anche se in fondo tempo non ce n’è, ma se...

Cerco lo vedo.
L’amore va veloce e tu stai indietro.
Se cerchi mi vedi.
Il bene più segreto sfugge all’uomo che non guarda avanti, mai.

Ricevo il tuo contrordine speciale.
Nemico della logica morale.
Opposto della fisica normale.
Geometria degli angoli nascosti, nostri.
E adesso!

Ripenso a quella foto insieme.
Decido che non ti avrei mai perduta,
mai perduta, perché ti volevo troppo.

Mancano i colpi al cuore.
Quel poco tanto di dolore.
Quell’attitudine di chi ricorda tutto, ma se...
[...]

Dietro le lacrime che mi hai nascosto.
Negli spazi di un segreto opposto.
Resto fermo e ti aspetto.
Da qui non mi è possibile.
No non rivederti più.
Se lontana non sei stata mai.
[...]


Cristiana Solinas
[Da: Italia linguistica: gli ultimi 150 anni, nuovi soggetti, nuove voci, un nuovo immaginario, a cura di Elisabetta Benucci e Raffaella Setti, Firenze, Le Lettere, 2011, pp. 114-115].
 

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