Livello linguistico consigliato (Quadro comune europeo di riferimento):
B
Obiettivi contenutistici:
il Paesaggio delle Dolomiti (Parco di Paneveggio, Foresta dei Violini e mito di Stradivari)
Indici linguistici:
lessico specifico sul paesaggio di montagna, linguaggio metaforico, processi di formazione delle parole, pronomi personali e relativi, preposizioni improprie, verbi alla forma passiva
Testi:
Testo scritto “Dolomiti-Unesco: custodiscono la foresta dei violini”. Introduzione e link all’articolo del sito ANSA sulle Dolomiti come patrimonio dell’umanità.
Video RAI “Il mito di Stradivari”.
Video RAI “Il legno che canta”.
Video RAI “Terre di confine: Il segreto del bosco”.
Links:
Siti sulle iniziative che riguardano il Parco di Paneveggio e la Foresta dei Violini
http://www.isuonidelledolomiti.it/IT/i-suoni-delle-dolomiti-2011-musica-sulle-montagne-del-trentino/
http://www.parcopan.org/it/index.html
http://www.visittrentino.it/it/cosa_fare/da_vedere/dettagli/dett/foresta-dei-violini
Autore:
Luisa Marigo
Tempo stimato:
2 ore
Breve descrizione del percorso:
In questo percorso scoprirai il paesaggio delle Dolomiti riconosciuto dall’Unesco come patrimonio dell’umanità; l’obiettivo particolare è farti conoscere la “Foresta dei Violini” e il mito di Stradivari ad essa collegato.
Per la grammatica lavorerai nello specifico su:
- nomi di professione con suffisso -ista e –aio con una riflessione sui principali meccanismi di derivazione;
- accordo dei pronomi diretti di terza persona con il participio passato nelle forme composte, pronomi relativi (che, dove e scheda riepilogativa con i principali pronomi relativi);
- alcune preposizioni improprie e locuzioni preposizionali;
- verbi nella forma passiva: esercizi sulle forme del presente, passato prossimo, infinito, futuro (ausiliare essere, venire e scheda riepilogativa con tutte le forme).
Guarda le immagini: hai mai sentito parlare della “foresta dei violini”?
Leggi il titolo di un articolo tratto dal sito dell’ANSA.
DOLOMITI-UNESCO: CUSTODISCONO LA FORESTA DEI VIOLINI
Sai che relazione c’è tra le Dolomiti e l’UNESCO?
L’UNESCO (Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura) ha nominato le montagne delle Dolomiti patrimonio naturale dell’umanità.
Per approfondire vai al sito http://www.dolomitiunesco.it/
Sai dove si trova la foresta dei violini e perché si chiama così?
Si trova nelle Dolomiti, all’interno del Parco Naturale di Paneveggio. Si chiama così perché qui crescono degli alberi particolari, da secoli utilizzati per la costruzione di strumenti musicali di pregio, in particolare violini.
Per avere maggiori informazioni sul Parco di Paneveggio vai al sito http://www.parcopan.org/it/index.html
Leggi l’introduzione dell’articolo e indica se le affermazioni sono vere o false.
TRENTO – C’è una foresta nelle Dolomiti, ai piedi delle Pale di San Martino, dove cresce un abete particolare, l'abete di risonanza, una specie molto rara, da secoli utilizzata per la costruzione di strumenti musicali di pregio [valore]. Caratteristica di questo tipo di abete rosso è la capacità del legno di propagare [diffondere] le onde sonore in modo armonioso, grazie all'assenza di nodi e di fratture, alla compattezza e uniformità, ma soprattutto ad una peculiarità [caratteristica] degli anelli annuali di accrescimento del fusto, chiamate in gergo [linguaggio caratteristico di una categoria] maschiature.
La foresta di abeti è ai lati delle Pale di San Martino.
Con il legno dell'abete si fanno strumenti musicali di alta qualità.
L'abete rosso propaga bene il suono principalmente perché ha nodi.
Leggi tutto l’articolo e poi indica se le affermazioni sono vere o false.
DOLOMITI-UNESCO: CUSTODISCONO LA FORESTA DEI VIOLINI
TRENTO – C’è una foresta nelle Dolomiti, ai piedi delle Pale di San Martino, dove cresce un abete particolare, l'abete di risonanza, una specie molto rara, da secoli utilizzata per la costruzione di strumenti musicali di pregio. Caratteristica di questo tipo di abete rosso è la capacità del legno di propagare le onde sonore in modo armonioso, grazie all'assenza di nodi e di fratture, alla compattezza e uniformità, ma soprattutto ad una peculiarità degli anelli annuali di accrescimento del fusto, chiamate in gergo maschiature.
Ancora oggi i liutai frequentano questa foresta nei mesi invernali per scegliersi direttamente la pianta, così come fece lo stesso Stradivari, in tempi passati. La foresta è quella di Paneveggio, situata nel Parco Naturale Paneveggio-Pale di San Martino, un gioiello inserito in uno scenario dolomitico unico. E nella valle di Fiemme esistono storiche aziende produttrici di pianoforti e strumenti musicali, che hanno da sempre utilizzato questo legno speciale per le loro casse armoniche. Di solito gli abeti selezionati per questo utilizzo hanno più di duecento anni e la loro individuazione richiede una abilità eccezionale. La Magnifica Comunità di Fiemme, antichissima forma di autogoverno del territorio di questa valle trentina, che ancor oggi gestisce gran parte del patrimonio forestale locale, ha da tempo investito nella certificazione del legno e della corretta gestione della foresta, ma ha voluto anche sottolineare il legame simbolico tra il bosco e la musica, con la dedica dei migliori abeti di risonanza a musicisti e compositori celebri, che con il loro genio creativo hanno contribuito a far conoscere questo pregiato legname.
Si è cominciato col violinista Uto Ughi, si è proseguito con il violoncellista Mario Brunello e con il pianista Giovanni Allevi, quindi con il violinista inglese Daniel Hope. E il progetto, denominato Il Bosco che suona, è destinato a proseguire. Per primo è stato Uto Ughi a scegliersi l'albero. Dopo una passeggiata tra gli abeti, durante la quale ha eseguito alcuni brani con il suo prezioso Stradivari, poi col celebre Guarnieri, il maestro, ascoltando le vibrazioni della musica amplificate dalle fibre di un abete vicino, ha esclamato: " È questo! Voglio questo".
Così è stata piantata accanto all'albero una tabella con la scritta "Noi abeti di questo bosco abbiamo potuto esprimere armonie e intense vibrazioni grazie al suo cuore e alla sua magia. Grazie maestro Ughi". Qualche giorno dopo la cerimonia si è ripetuta, questa volta con Mario Brunello. Il violoncellista veneto è arrivato nella foresta reduce da un'Alba sulle Dolomiti, un concerto seguito da oltre un migliaio di spettatori. Anche Brunello si è lasciato guidare dal suono del bosco: ha appoggiato il violoncello sulla base di una radice e ha cominciato a suonare. Ha scelto così il "suo" abete, accanto al quale è stata posta la scritta "La natura ci ha voluti così. La genialità dell'uomo ha scoperto la nostra vitalità sonora, la sua classe trasforma questa sonorità in emozioni forti". È stata poi la volta di Giovanni Allevi. Il pianista marchigiano ha eseguito con l'orchestra I Virtuosi Italiani un concerto nella Foresta di Paneveggio davanti a quattromila spettatori. Per l'occasione Allevi ha presentato in anteprima la sua opera '300 anelli', dedicata proprio all'abete a lui intitolato. "Ho scelto quello più alto - ha detto - e con la chioma più folta, come me". Il violinista inglese Daniel Hope ha invece scelto il suo abete nel punto più panoramico della foresta. "Volevo un albero al sole dall'alba al tramonto", ha spiegato.
(Adattato da: http://www.ansa.it/opencms/export/site/notizie/rubriche/daassociare/visualizza_new.html_989440889.html
visitato 27 settembre 2010)
I liutai andavano di persona a scegliere l'abete per i loro strumenti.
Tutti gli abeti del Paneveggio sono adatti per gli strumenti musicali.
Le aziende produttrici di strumenti certificano anche la qualità del legno.
La Comunità di Fiemme dedica gli abeti di maggior pregio a musicisti famosi.
Uto Ughi ha scelto il suo abete suonando con due violini molto preziosi.
Giovanni Allevi ha scelto un abete che gli somigliava.
Daniel Hope ha voluto l'abete più alto.
Riflessione sulla lingua: lessico sul paesaggio di montagna
Abbina la definizione alla parola.
Riflessione sulla lingua: la derivazione tramite suffissi
Nell’articolo sulla foresta dei violini compaiono molti nomi di musicisti come il violoncellista Brunello; chi suona uno strumento musicale viene chiamato con il nome derivato dallo strumento e il suffisso –ista (pianista, violinista, violoncellista).
Il suffisso –ista è sempre più usato per indicare persone che praticano attività lavorative.
Il suffisso –aio era usato soprattutto in passato per indicare mestieri ormai in via di estinzione.
Completa scrivendo il nome corretto. Scegli tra il suffisso -ista e –aio.
Chi vende fiori: parola
Chi suona il violino: parola
Chi controlla gli occhi e la vista: parola
Chi fa o vende il pane al forno: parola
Chi suona la chitarra: parola
Chi macella o vende la carne: parola
Scheda: la derivazione tramite suffissi
Le parole derivate si sono formate da altre parole preesistenti (parole base) attraverso 2 principali procedimenti: l’uso di prefissi e suffissi.
I prefissi non possono cambiare la categoria grammaticale della base mentre i suffissi possono produrre le seguenti modificazioni:
-nomi (es. guerra) > nomi (guerr-iero), aggettivi (guerr-esco), verbi (guerr-eggiare);
-aggettivi (es. rosso) > nomi (ross-ore), aggettivi (ross-astro), verbi (ross-eggiare);
-verbi (es. cantare)> nomi (canta-nte), aggettivi (canta-bile), verbi (cant-icchiare).
L’attività svolta presenta nomi derivati da altri nomi attraverso l’uso di suffissi.
Il significato delle parole derivate è di solito deducibile dal significato della base. Si possono distinguere 4 significati ricorrenti:
Alcuni suffissi sono polisemici, cioè producono derivati diversi sul piano del significato; il suffisso -aio può produrre nomi d’agente come anche luoghi e collettivi (tabacc-aio, bagagli-aio)
Adattato da Lo Duca, Solarino (2006), Lingua italiana. Una grammatica ragionevole, Unipress, Padova.
Vedi anche: Nomi derivati
Riflessione sulla lingua: accordo dei pronomi diretti atoni con il participio passato
Leggi e osserva la forma verbale evidenziata.
Il violoncellista ha scelto così il "suo" abete, accanto al quale è stata posta la scritta "La natura ci ha voluti così. La genialità dell'uomo ha scoperto la nostra vitalità sonora, la sua classe trasforma questa sonorità in emozioni forti".
Quando un pronome diretto atono di terza persona singolare o plurale (lo, la, li, le) precede il verbo al passato prossimo (o un altro tempo composto), il participio passato viene accordato nel genere e nel numero con il referente a cui il pronome si riferisce, anche in presenza dell’ausiliare AVERE (es. non appena ho visto Laura l’ho chiamata).
In presenza di pronomi complemento oggetto non di terza persona, come nel caso osservato sopra (la natura ci ha voluti così), l’accordo è facoltativo; è possibile infatti usare anche la forma senza accordo (la natura ci ha voluto così).
Vedi anche: Pronomi personali
Leggi e indica in quali di queste forme l’accordo è obbligatorio (O) oppure facoltativo (F)
1. Ragazze, vi ho cercate tutto il giorno!
2. Impossibile che Anna non ti saluti, l’avrai scambiata per un’altra.
3. Ieri sera eravamo usciti. Ci hai chiamati al numero fisso o al cellulare?
4. I tuoi amici? Li ho visti giù all’entrata.
Sai che cosa fa il liutaio?
[video:file=video/esercizi/perc_dolomiti/Immagina_-_Stradivari_Edit.flv]
Titolo: Il mito di Stradivari
Programma: Immagina
Data: 27/05/1988
Per gentile concessione di Rai Teche.
Sai chi è Antonio Stradivari? Guarda i video tratti dalla trasmissione RAI “Il mito di Stradivari” e poi scegli la risposta.
Sai che cos’è la fibra?
Che cosa significa l’aggettivo pallido?
Sai perché le Dolomiti si chiamano anche Monti Pallidi?
Guarda il video tratto dalla trasmissione RAI “ Il legno che canta” e rispondi alle domande di comprensione.
[video:file=video/esercizi/perc_dolomiti/tg2_dossier_-_il_legno_che_canta_Edit.flv]
Titolo: Il legno che canta
Programma: TG2 Dossier
Emittente: Rai Due
Data: 10/06/2006
Per gentile concessione di Rai Teche.
L’appellativo “Il legno che canta” deriva dalla qualità della fibra dell’abete rosso.
La qualità dei violini costruiti da Stradivari è insuperabile.
Non esistono prove scientifiche sulla qualità del legno della Val di Fiemme.
L’abete di Fiemme ha fibre regolari e legno leggero.
Il violino viene costruito con 2 pezzi diversi di legno incollati assieme.
Guarda la prima parte della trasmissione RAI “Terre di confine: Il segreto del bosco” e rispondi alle domande.
[video:file=video/esercizi/perc_dolomiti/geo_e_geo_Edit.flv]
Titolo: Terre di confine - Il segreto del bosco
Programma: Geo & Geo
Emittente: Rai Tre
Data: 21/01/2010
Per gentile concessione di Rai Teche.
Marcello e Luca vivono in costante contatto con
La professione di Marcello è quella di
Luca lavora come
Guarda ancora una volta il video “Terre di confine: Il segreto del bosco” e rispondi.
[video:file=video/esercizi/perc_dolomiti/geo_e_geo_Edit.flv]
Titolo: Terre di confine - Il segreto del bosco
Programma: Geo & Geo
Emittente: Rai Tre
Data: 21/01/2010
Per gentile concessione di Rai Teche.
Marcello dà il nome
Marcello svolge la sua attività da
Nella famiglia di Luca c'è la tradizione di
Luca quando parla di strumenti dice che preferisce
Guarda la seconda parte della trasmissione RAI “Terre di confine: Il segreto del bosco” e rispondi alle domande.
[video:file=video/esercizi/perc_dolomiti/geo_e_geo2_Edit.flv]
Titolo: Terre di confine - Il segreto del bosco
Programma: Geo & Geo
Emittente: Rai Tre
Data: 21/01/2010
Per gentile concessione di Rai Teche.
Luca va a scegliere di persona il legno per il suo lavoro.
Luca costruisce strumenti secondo la tradizione antica.
Tutti gli alberi della Val di Fiemme sono adatti per costruire strumenti musicali.
Guarda ancora una volta la seconda parte del video e rispondi.
[video:file=video/esercizi/perc_dolomiti/geo_e_geo2_Edit.flv]
Titolo: Terre di confine - Il segreto del bosco
Programma: Geo & Geo
Emittente: Rai Tre
Data: 21/01/2010
Per gentile concessione di Rai Teche.
A Luca basta un abete per lavorare molti mesi.
Luca può scegliere di abbattere qualsiasi pianta del bosco.
Per Luca vedere abbattere un albero è una sensazione del tutto positiva.
Gli abitanti delle valli danno il loro nome agli abeti di risonanza.
Si racconta che Antonio Stradivari andava di persona ad ascoltare la sonorità degli alberi abbattuti.
Le piante possono essere abbattute in diverse stagioni.
Solo quando apre l'abete il liutaio può conoscere a fondo la qualità del legno.
Riflessione sulla lingua: il lessico specifico sul paesaggio di montagna
Abbina la parola alla definizione giusta.
Riflessione sulla lingua: il linguaggio metaforico
Nel testo si usa il linguaggio metaforico per descrivere il bosco, gli alberi e le foglie: leggi, prova ad individuarlo e poi fai clic su “Soluzione” per un confronto.
“Entrare in questi boschi per me è come entrare in una cattedrale. Tutti questi fusti che puntano in alto sembrano proprio delle colonne, la luce che penetra tra le chiome [capelli] degli alberi crea contorni, giochi, vedi, luce e scuro”.
“ Le valli che s’aprono sono quasi sempre coperte di vegetazione e di piante d’alto fusto. In taluni casi la natura ha creato veri e propri monumenti arborei come accade in Val di Fiemme, uno dei luoghi più frequentati da Marcello durante le sue attività di direttore forestale”.
Riflessione sulla lingua: i pronomi relativi
Osserva la frase:
la luce che penetra tra le chiome degli alberi crea contorni, giochi, luce e scuro.
Qui il pronome relativo che si riferisce all’antecedente luce e lo sostituisce nella frase relativa.
Nei testi che hai ascoltato ci sono vari esempi di frasi relative come questa. Leggi le frasi riportate qui di seguito e trova l’antecedente a cui si riferisce il pronome relativo che.
Nelle prime 5 frasi dell’esercizio che hai appena svolto il pronome relativo che ha la funzione di soggetto della frase relativa. Nella frase 6 lo stesso pronome ha la funzione di oggetto diretto.
Quando ha la funzione di soggetto il pronome invariabile che può essere sostituito dal pronome variabile il quale, la quale, i quali, le quali.
Riflessione sulla lingua: i pronomi relativi
Il pronome relativo cui, preceduto da preposizione, ha la funzione di oggetto indiretto
(la persona con cui hai parlato poco fa è un famoso liutaio).
Il pronome invariabile cui può essere sostituito dal pronome variabile preceduto da preposizione (la persona con la quale hai parlato poco fa è un famoso liutaio).
Il pronome indiretto invariabile in cui e i corrispondenti pronomi variabili (nel quale, nella quale, nei quali, nelle quali) possono essere sostituiti dall’avverbio dove
(es. il paese in cui/ nel quale vivo è ai piedi delle montagne > il paese dove vivo è ai piedi delle montagne).
Leggi le frasi tratte dai testi letti e ascoltati. Sostituisci l’avverbio dove con un pronome relativo indiretto variabile.
Scheda: i pronomi relativi
I pronomi relativi legano due frasi sostituendo il nome o pronome accanto al quale si trovano.
I principali pronomi relativi sono:
CHE
Si usa solo con funzione di soggetto o di oggetto diretto. È invariabile e non è mai preceduto da preposizione.
IL QUALE / I QUALI / LA QUALE / LE QUALI
È sempre preceduto da articoli o preposizioni articolate. Si usa soprattutto quando c'è la possibilità di un equivoco. Può sostituire CUI o CHE ma nel secondo caso solo se è soggetto, non quando è oggetto diretto.
CUI
È invariabile ed è usato come oggetto indiretto preceduto da preposizioni semplici. Cui può equivalere da solo al complemento di termine a cui: è stato un evento importante cui hanno partecipato tutti gli abitanti delle valli.
DOVE
Corrisponde a un pronome relativo (= in cui) quando mette in relazione due frasi.
Vedi anche: Pronomi relativi
Riflessione sulla lingua: preposizioni improprie e locuzioni preposizionali
Possono essere usati come preposizioni anche alcuni avverbi da soli o seguiti da una preposizione propria: dopo, prima, davanti, dietro, lungo ecc. (ad es. dopo le vacanze, dopo di te, davanti a scuola). Anche un aggettivo (lungo, vicino) può avere funzione di preposizione: lungo il fiume, vicino al negozio.
Hanno la stessa funzione delle preposizioni anche varie locuzioni più complesse: a causa di, senza (di), di fronte a, al centro di, incontro a, insieme con, senza di ecc. (ad es. non esco a causa della pioggia, senza di te non ci vado).
Vedi anche: Sabatini, Elementi del sistema [Link a scheda 41, 2-2 Preposizioni improprie].
Leggi le frasi tratte dai testi e scegli tra le opzioni date sotto (alcune possono essere usate più di una volta).
Scegli tra: lungo / piedi / davanti / lontano / accanto / presso
Riflessione sulla lingua: verbi alla forma passiva
I verbi transitivi si possono volgere da attivi a passivi usando l’ausiliare essere e il participio passato del verbo (es. il liutaio ha costruito il violino > il violino è stato costruito dal liutaio).
Leggi le frasi tratte dai testi ascoltati o letti in precedenza e inserisci le forme passive al passato prossimo.
Riflessione sulla lingua: verbi alla forma passiva
Il complemento oggetto della forma attiva diventa soggetto della forma passiva e il soggetto diventa complemento d’agente o rimane inespresso.
L’ausiliare è coniugato nello stesso tempo e modo del verbo della frase attiva:
Oltre al verbo essere si possono usare come ausiliari con i tempi semplici:
Il passivo si usa prevalentemente:
Vedi anche: La costruzione passiva
Leggi altre frasi tratte dai testi ascoltati o letti e inserisci le forme passive nel tempo indicato tra parentesi. Usa l’ausiliare essere.