"L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili"

    Letteratura e teatro

    Questa poesia, scritta il 27 novembre 1966, è contenuta negli Xenia, una sezione della raccolta Satura che Montale dedica a Drusilla Tanzi, la moglie morta anni prima. Il 4 novembre del 1966 l'alluvione del fiume Arno devasta la città di Firenze.

    Anche la casa che Montale e la moglie avevano abitato fino dagli anni 50 subisce gravi danni: gli oggetti conservati e ammassati nella cantina, simili a un'enorme lastra di ghiaccio della banchisa polare (pack dei mobili), vengono sommersi e distrutti. Come gli oggetti della sua cantina lottano ciecamente e soffrono tanto prima di arrendersi all'acqua putrida e al fango (atroce morsura / di nafta e sterco), così il poeta è assediato e aggredito da una società e da una cultura a lui sempre più ostili ed estranee (una realtà incredibile e mai creduta). Solo il coraggio della moglie (il primo / dei tuoi prestiti) gli dà, come sempre, la forza di sopravvivere. Ma forse lei se n'è andata senza riuscire a capire quanto sia stata importante.

     

    L’alluvione ha sommerso il pack dei mobili,
    delle carte, dei quadri che stipavano
    un sotterraneo chiuso a doppio lucchetto.
    Forse hanno ciecamente lottato i marocchini
    Rossi, le sterminate dediche di Du Bos,
    il timbro a ceralacca con la faccia di Ezra,
    il Valèry di Alain, l’originale
    dei Canti Orfici – e poi qualche pennello
    da barba, mille cianfrusaglie e tutte
    le musiche di tuo fratello Silvio.
    Dieci, dodici giorni sotto un’atroce morsura
    Di nafta e sterco. Certo hanno sofferto
    Tanto prima di perdere la loro identità.
    Anch’io sono incrostato fino al collo se il mio
    Stato civile fu dubbio fin dall’inizio.
    Non torba m’ha assediato, ma gli eventi
    Di una realtà incredibile e mai creduta.
    Di fronte ad essi il mio coraggio fu il primo

    Dei tuoi prestiti e forse non l’hai saputo.

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